domenica 29 luglio 2012

48 ore di Berlino

A tratti sudicia, ordinata, troppo grande e pretenziosa. Se penso a Berlino in un istante mi vengono in mente questi aggettivi; se ci penso ancora un po' posso dire che è anche "visionaria", polverosa e aggressiva... Se vado avanti e penso ancora non potrei far stare tutti gli aggettivi che ho in mente in un foglio di word.

Berlino è la città che può aprire mentalmente qualsiasi ottuso, è la forma estrema del "non so cosa voglio" ma continuo a cercare e a credere nel futuro. E' una grande vittoria che si trascina dietro numerose disfatte. E' un covo di artisti e imitatori dell'arte.

Se penso a Berlino, ora, dopo poche ore di ritorno dal mio brevissimo weekend... Penso a delle gru. Gru che invadono la città, in continua trasformazione. Se penso ai tratti che ho percorso mi vengono in mente distese di sabbia e cemento alternate a colossi storici. Mi vengono in mente parallelepipedi e cupole d'oro; punte di ghiaccio e gotici ponti.

Tutto questo, però, non è Berlino: è la sua copertura. E' la stoffa che avvolge una città fatta essenzialmente dalle persone che la abitano. Berlino è di tutti. Ho visto gente che non ha paura di niente. Look estremi e passioni contorcersi in un unico ambiente... Sempre buio.
Ma ciò che più mi ha strappato anima e corpo di questa città è la Berlino est, il quartiere di Friedrichshain. Si è vero ci sono stata solamente 2 notti ma voglio credere che questa è la Berlino vera, quella che ho visto io e resisterà anche in mezzo a mille e mille gru di tutti i colori.

Non è vero che questa città è "bella". Questa città è rara e ha un potere immenso, quello di ampliare le menti... Il problema è che c'è qualcosa che Berlino vorrebbe coprire ma non può, vorrebbe modificare ma non ne è in grado. Sarà la lingua, saranno gli occhi delle persone... Berlino ha qualcosa di tetro che ti accompagna ovunque tu vada.
Non so se ci vivrei onestamente, ma sono sicura che avrei molto da imparare da Lei.
E anche se la mia ultima visione è stata quella di un gruppo di ragazzi che sniffava proprio mentre aspettavo la mitica Uban a Warschauer Str. devo dire che Berlino l'ho amata e temuta nel migliore dei modi anche se non sono riuscita in così poco tempo a tuffarmici completamente dentro.

martedì 24 luglio 2012

Come Let go

Scrivo su questo blog quasi sempre solo e soltanto quando mi sento un po' giù... Penso che necessiti di un post "felice"... E in questi giorni, non so come, posso dire di essere più che felice. Adrenalinica. Un po' come quando corri un sacco e quando ti fermi sai che potresti fare qualsiasi cosa.. Perché non sei stanco. Perché, come un drogato, cerchi ancora energia.

Sono felice. Sono contenta. Mi sento bene. E lo scrivo, lo dico... E magari mi porterà pure sfiga ma ogni tanto condividere è necessario. Anche quando non si tratta di malinconia o nostalgia.

Sono felice... A volte basta così poco e ti rendi conto che le supposizioni, i viaggi che ti sei fatta nella tua testa 3 settimane prima erano cazzate colossali. E sono felice. 
Sono felice perché conosco gente stupenda. Alcuni da poco, altri da un anno o qualche mese e altri ancora non li conosco nemmeno ma sento energia positiva.

Sono felice perché riempiono la vita... E non potrei chiedere di meglio perché di meglio non c'è.

Sono felice. Stasera va così.
Buonanotte


lunedì 16 luglio 2012

Dear Steps

Cara Stefi, 


Stasera va così. Sono passati un anno e sette mesi e provo a scriverti un pensiero che sta dentro di me, nella famosa "settima stanza" del mio cuore. Perché pubblicamente?... Perché la gente si preoccupa troppo di ciò che prova. Non esprime. Non parla. Non scrive.. La gente si ammala. Si ammala di tragitti pianificati che percorre senza sosta fingendo di andare ad intuito, ad "istinto"... Quando invece la sostanza è tutta un'altra cosa. L'istinto, quello vero, sta dove non si fa in tempo a mettere d'accordo cuore e cervello, dove minimizzare o massimizzare non ha alcun senso e tutto nasce per impeto, impatto... 


Tu lo sai bene. Perché tu eri tutt'altro che "programmata" ad agire in certi modi. Tu sei sempre andata ad intuito e devo dire che, se ci penso adesso... Ok, avrai avuto le tue difficoltà... ma alla fine hai sempre ottenuto il meglio.
Perché il meglio è quello che ognuno deve pretendere e tu non te lo sei mai lasciata sfuggire, nemmeno a 18, 19 e vent'anni quando le cose che accadono sembrano irrilevanti ad occhi adulti e tremendamente giganti a ragazzini di 6 anni.
Ma l'età non conta, è un numero.


Sai, dicono e ho sempre detto anche io che non bisogna mai pentirsi delle cose fatte in passato... O meglio... Tutto ciò che succede fa crescere, fortifica; ma ti dico anche che alcune cose succedono e non servono proprio a un cazzo.Perché? Perché butti il tuo tempo in un'ammasso di nulla, di cose da rottamare... Sai quegli oggetti che lasci lì da una parte perché "non si sa mai" che poi li aggiusti? Ecco.. A volte ci sono esperienze che equivalgono al tempo che viene dedicato a certi oggetti: restano lì, spesso su un tavolo ad impolverarsi o nel mobiletto in cucina, e te ne dimentichi piano piano fino a quando... Sfinito dal "non averli aggiustati" li sostituisci con qualcosa di "pulito", fantastico, meraviglioso, incredibile.
Ci sono esperienze che sono proprio tali e quali a quello che avviene con questi oggetti e se sei sei quella "cosa", intatta ma non abbastanza luccicante, non vale la pena di "provare ad esserla"... Cioè di vivere quella vita lì.


Ma chi te lo fa fare? Ogni millimetro della pelle di un essere umano non merita tanta disattenzione e chi non ti sa dare attenzione è perché fondamentalmente non ha nulla in più da darti.


A certi sprechi, però, non c'è mai fine... Cazzo, sgridami un po' e dimmi che sono una scema solo perché penso a queste situazioni e ci scrivo ancora a riguardo quando dovrei essere sbronza dopo un vodka lemon e una birra media. Si vede che stavolta hanno avuto l'effetto contrario.. Quello della lucidità estrema: quando arrivi a casa e sai quello che devi fare. Io lo so cosa dovevo fare... Ricordarmi di te, lo faccio sempre... Però ogni tanto inciderlo mi fa capire come sto cambiando io e come tu potresti "svegliarmi" a schiaffi ... :)


Ma non ti preoccupare, per stavolta.. Mi sono svegliata.. Non appena in tempo ma quasi dai.


E forse adesso è anche meglio se torno a letto.


Ti penso piccola.


"E così alla fine tutti tornano perché riemerge la nostalgia dell’inizio. Tornano quando non ce n’è più bisogno, quando il sole di mezzogiorno ha ormai asciugato l’acqua sulla sabbia del mare, al tramonto. Quando il vento, anziché bussare lieve, spacca i vetri, la notte. Quando è inesorabilmente tardi. Un attimo dopo che ci si è abituati all’assenza, come la luce accesa alle sette del mattino, la felicità che va a giocare d’azzardo e perde tutto per strada. Le persone dovresti amarle quando il loro cuore ne ha il desiderio, e non quando conviene. E se proprio non ce la fai, se non puoi ricambiare questo desiderio, se non le puoi amare, devi lasciarle in pace. Se non si è stati in grado di restare al momento giusto non si deve inventare un momento giusto per tornare. Non si scippano sorrisi in ritardo. Le curve dei sorrisi fanno girare la testa all’amore, quelle dell’arcobaleno incantano l’anima della pioggia fermandola, ma ciò che di prezioso è ignorato si dilegua alla svelta. In un’altra vita ti dissi che a volte il vero coraggio è quello di restare e non quello di andare. Oggi ti dico che c’è sempre un motivo valido per andare, come per restare. E’ la parte che prevale che fa la differenza. Quando te ne vai, però, anche se non lo sai, senza sprecare inutili parole, fai una promessa silenziosa. La promessa che siccome hai scelto di andartene non tornerai."


Massimo Bisotti, Il quadro mai dipinto.







domenica 1 luglio 2012

Uno spettacolo poco spettacolare

Ci sono giorni, e soprattutto domeniche, nei quali e nelle quali fingere mi viene quasi spontaneo. Naturale. Anzi... Quasi quasi mi diverto.
Credo che... Le mie abilità d'attrice potrebbero essere molto superiori se m'impegnassi al massimo ma ahimè arriva poi quel giorno storto, quella domenica più calda delle altre, durante la quale già la testa ti scoppia e vedi tutto appannato... E di conversare non ne hai voglia.


Sono quei giorni in cui recitare abilmente all'interno del teatrino risulta molto più difficile e quando te ne accorgi preferisci stare zitto e rispondere alle domande che ti vengono fatte con un "boh, non lo so", mentre sai benissimo di sapere..


Conosco una grande famiglia che di teatro se ne intende da generazioni. Penso che non lo facciano nemmeno apposta in realtà. E' un "dono" che hanno proprio innato.
Il processo è così spontaneo e naturale che sembra quasi dar vita ad una "realtà" finta alla quale però, alla fine, cedi e inizi a credere.
Si più o meno penso che vada così.


Solo che... Per chi ne fa parte solo ogni tanto è difficile tenere il passo. Entrare nel mood... In fondo, tutti lo sanno che per diventare bravi commedianti c'è bisogno d'allenamento e io non sono costante.
Arrivi ad un punto, però, in cui l'adattarsi diventa un meccanismo spontaneo.


Però non oggi.
Oggi no.


E' assurdo: una bambina di 6 anni che chiama "papà" e "mamma" persone che la conoscono solamente da un anno e lei sa che la sua vera madre esiste, così come esiste il suo vero padre.


E' assurdo: un uomo che ti dice "Lo sai che andiamo in Sardegna in vacanza" quando tu stai cercando di arrangiarti facendo il fai sentire quasi stupida per l'aver "rischiato" di andare a vivere a 2 ore e mezza da qui.


E' assurdo: pensare che una bottiglia di buon vino e un pasto perfetto coprano evidenze e sostituiscano persone.


E' assurdo: conversare e rispondere a persone che ti richiederanno sempre le stesse cose perché si dimenticano persino della tua esistenza.


E' assurdo: dover dare spiegazioni a certe persone.


E' assurdo: dover sopportare una bambina di 6 anni che, ovviamente non ha nessuna colpa, ma rimane comunque insopportabile.


E' assurdo: sentire il bisogno di scappare da un tavolo inventandoti che stai male e non ne puoi più.


Non amo il teatro. Questo è tutto. Forse non sarei nemmeno quella grande attrice che ho scritto all'inizio di poter essere. Ho voglia di verità reale. Situazioni poco stereotipate e meno cazzate da Mulino Bianco.