domenica 25 agosto 2013

Pavé lucido

23.30 circa. Corso Buenos Aires.

L'aria è fresca e anche se torno a Milano dopo due settimane mi sembra di aver percorso questa via proprio ieri sera. 

Una coppia in Viale Regina Giovanna. Da lontano la gonna di lei sembra quella di una gitana e lui uno che vende rose. Me ne sto sul bordo del marciapiede. Non ho voglia di dire "No grazie", ma la situazione mi diverte.

Lei mette le braccia al collo di lui. Capisco che è una coppia in procinto di dirsi "Buonanotte" o "Addio".

Lui sembra schivo. E' più basso e brutto di lei. 
Lei dice: "...E il tuo beauty?"
Lui: "uhm?" (grugnisce)
Lei: "Vuoi venire su a prenderlo?"
Lui: "bah.."
Il mio passo non mi permette di ascoltare la risposta completa ma so benissimo che lui non vuole tornare su. Lei gli sta incollata. Lui è basso. Lei è sicuramente carina e più alta di lui, ma non capisce che non ne vale la pena di ridargli quel beauty.

Vado avanti, sorrido.

I parcheggi sono vuoti. Il deserto.
D'inverno qua la macchina non puoi nemmeno pensare a parcheggiarla. Anzi, al verbo parcheggiare non puoi assolutamente fare affidamento.
Ma ora... Fino a Settembre, hai tutto il posto che hai sempre desiderato per vivere. In tutti i sensi.

Noto quel cartello "Parcheggio Via Melzo". E penso che non ho mai nemmeno visto il Parcheggio di Via Melzo... 

Il semaforo è rosso ma passo. Passo comunque dopo un taxi che probabilmente era vuoto. Guardo il pavé, è lucido, probabilmente è piovuto un po' prima. Mi è un po' mancato.

Vedo la moto del mio coinquilino e mi assicuro ci sia la mia bici.

Non la vedo. 
Panico.
Guardo di nuovo. E' per terra.
L'affare in ferro a cui è legata è stato piegato quasi come per rubarla. 

La lego ad un palo gigante. Impossibile da piegare.
Passa un ragazzo. Mi fissa. Probabilmente perché pensa che io stia rubando la bici. Rido.

Apro il portone e chiamo l'ascensore.

Se penso che sono in questa città da gennaio 2011 mi sembra davvero molto strano. Un po' l'adoro io Milano.

lunedì 8 luglio 2013

Coperte

Avevo pensato che i legami, quelli forti: quelli magari nati da una stessa passione, le amicizie o gli amori che non lasciano tregua, che non fanno respirare, che sembrano andare al mille e per mille. 
Quelli che vivi in un sospiro... 
Pensavo che questi legami fossero indissolubili una volta stretti insieme, e che niente potesse scioglierli dall'oggi al domani; senza un motivo o un motivo non detto o un perché rimasto su un filo un po' fiacco del quale nessuno tiene gli estremi.

Ho cercato di tener teso il tessuto fatto di quei fili tra le mani, e dal loro intreccio un po' vissuto ne sono "usciti" tanti; tutti quelli che cercavano una coperta che metti e togli all'occorrenza.
Ma certi strappi  non si possono riparare all'infinito. Le toppe sono un po' come tornare ad aggiustare quelle coperte che usi ogni tanto. La gente se ne compra di nuove e via a via.. Ne accumula fino ad averne una montagna.
Una montagna inutile.




Stamattina ho visto una marea di persone darsi conforto a vicenda.
E mi sono resa conto che a volte ci si vorrebbe circondare di gente in grado di regalarci ricordi straordinari, ma che in realtà non saprebbe abbracciarci in un momento difficile; che non riuscirebbe a cercarci perché diversa da noi o alla quale non piace più come siamo diventati o semplicemente il tipo di vita che vogliamo condurre.

D'ora in poi voglio essere circondata dallo stesso tipo di persone che ho visto stamattina: da "chi saprà" di esserci per me non per quello che faccio adesso o per le volte che beviamo insieme... Ma per quello che sono, per come "ci sono". E per come ci sarò. E chi sarò.


giovedì 6 giugno 2013

Cenerentola

Quando ho capito che era quello che cercavi.

Volevo essere la damigella vestita di rosa con un fiocco in testa ad una festa celebrata sotto un cielo azzurro.

Volevo essere la ragazza timida seduta nell'ultima fila per non farsi vedere da nessuno.

Volevo essere la bambina coi capelli lunghi e scuri, quella che li usava per nascondersi da tutti.

Volevo ascoltare musica classica sconosciuta al mondo; collezionare oggetti d'antiquariato; mangiare solo frutta caduta dagli alberi e caramelle, per compensare una determinazione che per la mia immagine sarebbe stata davvero troppo forte.

Volevo fare volontariato, essere importante per il bene degli altri in qualche modo.

Volevo non badare più all'aspetto; essere magra solo perché non avevo tempo di mangiare e non perché lo volevo davvero.

Volevo essere la ragazza dai capelli castani, sobria e riservata.

Volevo conoscere tutti, vedere tutti ma non essere davvero attaccata a nessuno.

Volevo spiccare per la mia gentilezza ed essere notata per il mio altruismo.

Volevo allevare animali in un bosco nascosto, lontano dalla città, e cucinare in maniera divina, ma soprattutto genuina.

Volevo essere fragile: piangere per un film che parlava di un animale abbandonato e commuovermi per la luna piena.

Volevo comandare a me stessa di fare tante cose che ti sarebbero piaciute; le stesse cose che non sono me.




La forza penalizza.

giovedì 23 maggio 2013

martedì 14 maggio 2013

Marmellata

Ho paura di dover dire che "è" il pretesto di una serata in cui ho dieci minuti di sconforto.
E' la scusa di un'espressione un po' più triste e il lamento muto di una giornata d'inverno uguale alle altre, in primavera.

La crepa in cui cerco un motivo chiamato sconforto senza la condizione che ne crea la sostanza.

L'ultimo gradino immaginario di una rampa di scale quando scendi senza guardare e ti sembra di precipitare nel vuoto.

E' orzo. Marmellata la mattina. Fragole a metà pomeriggio. Melone di sera. E sedano e mandorle. 
Un gusto, una porzione, un profumo. Iniziato e terminato in una volta senza successione. Come i sapori che riportano all'infanzia, solo che non si è mai ripetuto. Ma continua a tormentare... nella mente... Un'immagine. Perché la mente mangia le immagini dei momenti e poi te li ri-proietta quando meno te lo aspetti.

E' senza la volontà di farsi sentire. E martella, martella quando penso che non ci devo pensare. Quando non devo ricordare.

Il non dover ricordare rende più difficile tutto.

Perché? Niente di male. Non è successo niente di male.

Solo che i gesti fanno da condizioni immutabili che quando si schiantano contro le parole vengono spazzati via, come... Non lo so come. Cenere? Catrame? Tutto quello che non si può davvero decomporre e non lascia davvero un cattivo odore, ma rimane solo lì... Morto mentre era in vita. A mezza vita. Non completamente in vita.

Sai, "me", tutto ciò che si vuole non può essere vissuto come se non ci fosse un domani. A volte ci si deve mettere l'anima in pace. Lasciare spazio all'ignoto.

Non tutti i pittori hanno sempre completato i loro quadri e non per questo non sono diventati artisti. Magari li hanno solo fatti passare per quello che non erano dandogli un significato di comodo.. Così, sul momento.

E' un quadro ma non è arte. E' una scusa che muta a seconda dell'istante.

venerdì 10 maggio 2013

Our House

"I'll light the fire, you place the flowers in the vase that you bought today. 
Staring at the fire for hours and hours while I listen to you 
play your love songs all night long for me, only for me. 

Come to me now and rest your head for just five minutes, everything is good. 
Such a cozy room, the windows are illuminated by the 
sunshine through them, fiery gems for you, only for you. 

Our house is a very, very fine house with two cats in the yard, life used to be so hard, 
now everything is easy cause of you and our la, la, la... 

Our house is a very, very fine house with two cats in the yard, life used to be so hard, 
now everything is easy cause of you and our 

I'll light the fire, while you place the flowers in the vase that you bought today."



martedì 7 maggio 2013

Un vittimismo che non vittima molto

Ciao QuasiEstate. Ciao Mare. Ciao mojito e spritz in spiaggia. Ciao aperitivi super frequenti sui navigli. Ciao Moscow Mule.
Ciao a voi e a tutto il resto.

Ciao weekend alternativi. Di quelli che ho sempre proposto. Quelli che prendi il treno ("si ma costa solo 13 euro andata e 13 euro il ritorno.. Poi va beh là mangi qualcosa e cosa vuoi che sia!") e che alla fine... Il "cosa vuoi che sia" fa sempre la differenza.

Ciao locali fighettini all'aperto che pur essendo fighettini non disdegnavo per ballare come La Peggiore. E non disdegnavo per i cocktail.

Ciao concerti (ciao Ben Harper, ciao Xavier Rudd) ai quali avevo progettato di andare.

Ciao "2 o 3 magliette da H&M"; ciao "leggings economici obrobriosi che piacciono a me". Vi vedrò appesi a quelle stupide grucce con la gente che passandovi di fianco vi snobba. Ricordatevi di me, anche se non potrò acquistarvi come prima...

Ciao giapponese a go-go all you can eat per riempire i sabati milanesi in cui non so che fare.
E ciao al pre-cena-dopo-cena-infra-cena-nella-cena-colazione-brunch-postbrunch.

Ciao cinema (va beh che cazzata: quando mai vado al cinema?!).

Ciao vacanze. Ciao "pensiamo a una meta". Ciao "fantastichiamo dove andare/cosa fare/perché fare/proporre-proporre-proporre-proporre-dire-dire-dire-imporsi-cercare di imporsi-scegliere-scegliere-partire". Ciao partire per le vacanze e ciao anche a te, Triste ritorno.

Ciao mare. Ciao lago. Ciao riviera romagnola e ciao Duna-Toto.

Ciao "Sì che bello andiamo! Io ci sono per tutto! :D *sorrisone*". 
Benvenuto "Quanto costa? Non posso. :| *tentennamento*-respiro-indecisione-"ma quasiquasi chiss... No no non posso. Devo risparmiare".

Capirò cosa vuol dire "risparmiare"? Per ora nella mia testa è solo traducibile con Rinunciare, ma so che i sacrifici fanno fare cose che si vogliono molto più intensamente di quelle a cui si è rinunciato per arrivare a farle.

O forse mi voglio solo auto convincere. .. ?


venerdì 26 aprile 2013

Non esiste [15:32:41]


"Non ti devi mai rassegnare
ti puoi rassegnare per periodi di tempo
ma poi.. la voglia di sopravvivenza nella non rassegnazione prevale..

forse non è ancora il momento per fare altro
ma NON ESISTE SULLA FACCIA DELLA TERRA il "NO NON POSSO: COSA VUOI CHE CI FACCIA IO?"

uno sopporta ma intanto che sopporti e ti lamenti e vivi poco, passa il tempo in cui ti fai le ossa..
e facendoti le ossa poi puoi dire "ok. ora faccio quello che voglio davvero fare"
o almeno trovare una mediazione tra il dovere e il piacere

Tu devi sempre pensare alla tua vita come ad un foglio che hai scritto e colorato e sporcato per un po'.. per gli anni che uno ha... ma in un foglio è tutto sovrapponibile. Il bello del poter decidere in parte il futuro è che tu provi un sacco di colori diversi e vai avanti ad accumulare tonalità (alcune di merda altre ok, altre stupende) che ti fanno poi prendere una determinata strada. 
La rassegnazione è per chi vede lo standard e non vuole mettersi alla prova. quindi tu... non dire più che sei rassegnato."

lunedì 22 aprile 2013

Ripristino

Sono molto contenta di aver dovuto fare il ripristino del computer senza salvare foto, immagini e musica, scorsa settimana.

Perché è in momenti come questo che serve davvero, quando sai che avresti cercato e ricercato tra le immagini delle foto e andandole a rivedere ti saresti ripromesso di cancellarle.
E quando sei lì lì per cliccare su quel fottuto "elimina" e poi "sì sono sicuro cazzo" non lo fai mai.

Perché i ricordi, i momenti belli non si eliminano... Sì sì ok questo lo sappiamo. Ma ci sono quelli che fanno senza rimanere sulla memoria di un computer e che tieni lì perché ti ci vuoi rifugiare quando una giornata grigia di pioggia ti rende vulnerabile.

Indietro non ci torna nessuno. Quindi prima di pensare "Apro quel file. Non mi farà male" pensa che potresti fare tantissime altre cose UTILI per la tua vita perché... sai bene che quei tre minuti spesi per far riaffiorare ricordi sono tre minuti in cui potevi costruirne di nuovi.



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Troppo spesso ho confuso la ricerca della forza in altre persone con la felicità; quando ho capito che quella dopo un po' finiva ho trovato il modo di produrne direttamente da sola. Non sono una roccia, ma non ho bisogno di abbandonare quelli che sono i miei interessi, i miei sogni e i miei amici per essere felice... O le mie aspettative per catapultarmi sulla "forza" che in un determinato momento può darmi una persona.

... Allora ho aperto una società senza soci per produrre energia pulita, indipendente. E' l'unica con la quale davvero puoi essere felice e condividere la tua forza con quella degli altri.


(il lunedì inizia e finisce velocemente ma può essere davvero di tutti i colori).








lunedì 18 marzo 2013

23 sorrisi

Manchi Steps. Non c'è frase per dire "mi manchi" se non te lo posso dire direttamente... 

C'è un fantastico ricordo che non verrà mai colmato da nulla se non dal pensiero del tuo stesso sorriso. 

Col tempo ho capito che potrei anche tenere oggetti intorno a me che mi riconducano a te, vedere foto... Ricercare tue frasi sui libri di scuola, sui diari.. Potrei prendere tutti i tuoi disegni, attaccarli alla parete.. Potrei fare tante cose.. Ma un tatuaggio, una frase, un braccialetto, una collana.. un "qualcosa" non sarà mai tanto potente come un tuo sorriso, una tua risata, un tuo gesto felice, colorato.

E' grazie a te che ho capito che i sorrisi sono infrangibili, più ne fai più s'incollano alle persone, ti servono da scudo. 
Sono un'arma indistruttibile.
Tu sei entrata dentro a tutti e se tutti si ricordano di te è perché hanno stampato in fronte, nell'anima, nel cuore e nella testa un sorriso che non potrà mai sostituire un oggetto. Un sorriso che non si può toccare o avere, ma una volta che l'hai comunque ricevuto... Beh, non te ne sbarazzi più.

Io non so come dirti "Auguri". 
Non ne ho i mezzi e nemmeno il modo, ma sappi che sto iniziando a credere nella vita eterna.
E' quella forza che il pensiero di te riesce a donare alle persone la volontà e l'entusiasmo.
Il tuo entusiasmo, noi, lo proviamo a far rivivere... Tranquilla, non l'abbiamo perso.

Ciao Steps

giovedì 28 febbraio 2013

Sono stanca

Sono stanca e mi lamento.
Perché mi va.
Tutte quelle menate sull'essere sempre iper-attivi. Sempre forti.
Beh, non ne ho voglia.

Ho voglia di non muovermi. Così se non mi muovo resto a guardare lo scorrere degli eventi. Guardo le piccole cose costruite fatte di niente. Solo delle mie stupide e sognanti speranze.

Sono stanca di non essere mai adatta, ma pronta a tutto.

Stasera non ho voglia.
La mia mente ha sonno. Io la nausea e il mio corpo un metabolismo lento.

domenica 17 febbraio 2013

Appunti da treno

La settorialità mi spaventa. Da morire.
Forse non avrò mai un unico grande e concreto obiettivo nella vita. Il sogno nel cassetto che tutti hanno, ma un armadio enorme di capi diversi fra loro.
Così come, probabilmente, non avrò mai una stupenda e fissa dimora, una gigante e affiatata compagnia e un punto di ritrovo da condividere.

Tutto ciò mi spaventa.
Tutto ciò vuol dire che la rapidità della mia mente nel cambiare le idee, la rapidità e la voracità con cui sbrano le situazioni, respiro le atmosfere affogandovi dentro... Non sono cose destinate a terminare a breve.

Mi spaventa tanto quanto mi fa vivere. Se alla felicità e alla vita si possono associare l'eccitazione e la paura allo stesso tempo.

Ingenuità. Di questo in particolar modo si tratta.
E allora, lasciate che io abbia l'ingenuità di pensare di poter scoprire, provare e conoscere non dico tutto, ma quasi. Quasi quel tutto che ai miei occhi sembra straordinario in un determinato momento.

mercoledì 30 gennaio 2013

Un amore a Matrioska

Nessuno ha mai sentito parlare di amore a Matrioska perché fondamentalmente non esiste l'amore fatto a matrioska, se per farlo devi comporre tu quell'insieme di finte bambole dall'espressione ebete tutte uguali.

Non c'è amore che si possa sviscerare in più facce, involucri, strati, fasi o come li volete chiamare voi.

Quello vero, quello nel pieno del suo essere è UNO ed è dato da ciò che in teoria ti fa provare l'altra persona.. Non dagli ENORMI CASTELLI che costruisci nella tua mente e ti fanno pianificare il futuro più bello e felice della vita. Quelli sono una stupenda idea che non poteva non essere bella (grazie al C**** l'hai scritta tu per te stesso/a!).

Siamo realisti. La vita è una. E di certo nessuno merita meno di ciò che dà.


"Ricordo quella mattina che stavo uscendo di casa con il volume della musica che non mi faceva sentire nemmeno i miei pensieri. 
Camminavo e vedevo solo il sole. Maggio credo... Ma non ricordo.
Mi hai fermata di colpo mettendomi una mano sulla spalla.
Mi sono girata e poi rivoltata subito in avanti continuando a camminare.
Ero incazzata. Con te.
Parlavi di qualcosa ma non ricordo bene cosa, perché il mio obiettivo era solo scendere le scale, prendere la metro e andare al lavoro per non ascoltarti. Non volevo spiegazioni."

Non so come anche queste sciocchezze nella testa di una donna possano diventare cose romantiche. Come facciamo, noi donne, a trasformare la cacca in cioccolato?!
Cioè, da una mattinata del cazzo possiamo modificare il tutto in una carezza, un pedinamento amoroso e robe del genere. 
Non è così.

Non si può costruire una matrioska con del legno marcio, e aspettarsi anche di riuscire ad arrivare all'ultima bambola al centro senza romperla prima.

lunedì 21 gennaio 2013

Sul palmo della mano

Voglio spazio intorno a me.
Voglio decidere dove mettere i miei pensieri. Quando tirarli fuori e dove riporli se me ne stanco.
Voglio spegnere la luce su chi non mi va di ascoltare e costruire un ponte ad uno sconosciuto trovato per strada e aiutarlo ad attraversare il fiume.
Voglio credere in un dio diverso tutti i giorni e poi scegliere alla fine quello che più mi aggrada.
Voglio sostenere qualche pregiudizio. Essere patetica ogni tanto, e saggia solo con gli altri. E solo quando mi va.
Voglio "non vedere" sempre quello che gli altri pensano. E avere il tempo per realizzare le cose e trasformarle in concetti nella mia testa.
Voglio avere la libertà di non decidere e di tenere le distanze di 2 metri intorno a me.

Non ho bisogno di telefonare perché va fatto, né di sentire mancanze che non ho. Non ho bisogno "perché lo voglio". 
Ma spesso "volere" è solo il residuo di un rancore un po' marcio annidato in fondo al cuore. Si espelle facilmente. Basta VOLERLO.

martedì 15 gennaio 2013

Un angolo di primavera

Stasera ero qua. Dove sono adesso.
Sentendo un bisogno di scrivere più forte del dovuto. Solo che le parole non mi venivano. Erano così. Come adesso. Accartocciate. A singhiozzo. 
Poi ho deciso di rileggere qualcosa di scritto due anni fa: all'incirca arrivavo a Milano, all'incirca avrei iniziato a pensarti molto spesso. Soprattutto in momenti come questi, quando tento di scrivere qualcosa che a frasi articolate non posso dire.

Sono giorni che mi riportano solo al passato questi, e faccio fatica a guardare oltre l'armadio di fronte. Ogni tanto vedo i miei sogni sbiadirsi. Sento che dopo un abbraccio c'è un morso e mi spavento. Mi stresso un sacco... Fondamentalmente per nulla, Stefy.

C'è dell'indifferenza che, se va tutto abbastanza bene... Non mi tange per nulla, però se qualcosa si sposta, cade, e fa cadere di conseguenza un piccolo pezzo del mio puzzle... Diventa il demonio in persona.

Ci sono anche la mia codardia e la mia immaturità, però. E le mie decisioni casuali che mi salvano e mi liberano per un po' da una realtà che spesso mi rende stitica e mi stanca terribilmente.

Sono momentaneamente disorientata anche se so benissimo cosa devo fare e dove devo rimanere.
Un po' come il tuo braccialetto nero. E' al mio polso, e non so come... Ma non si sfila più. Ci ho provato una volta, per curiosità... E mi sono resa conto che da lì non si toglie. Non si allarga, ne si stringe. Ovviamente io non lo spezzo.

Sai, nelle cose che ci sono... Insieme alla mia codardia, vigliaccheria e insieme all'incomprensione, alla paura, alla stitichezza fisica e morale, insieme a quei pezzi di puzzle persi, alle voci in capitolo archiviate, ai volti che cerco sempre per strada; insieme alle cose per cui non mi batto più e all'indifferenza che mi è mostrata. Insieme a questa caterva di roba.... Posso dire di poter affondare la mano tra rocce appuntite e tirare fuori stoffe morbide e colorate, zampillanti come fiamme che riscaldano i miei giorni. Che siano "giorni stitici e statici" o "giorni di frenesia e spensieratezza"... Quei nastri, morbidi e scintillanti, non solo illuminano un po' la mia strada ma sanno farmi accomodare e addormentare quando sono troppo stanca per dire ancora "sì che bello! Festa Festa!".

Tu sei parte di quelle forze che animano l'atmosfera intorno a me. Ed è insieme a quelle forze che riesco a capire queste parole:

"Il fallimento é una probabilità che fa parte delle nostre decisioni, sta solamente a noi avere la forza di andare avanti, cercando di non pensare che c'é la possibilità di fallire! Siamo come degli acrobati che camminano su un filo, sotto non ci sarà mai la protezione! Il segreto é GUARDARE AVANTI, senza mai guardare in basso e soprattutto indietro! Una volta attraversato il filo, avrai i piedi ben saldi e sarai al sicuro e, per quel che ti riguarda, ci sarà sicuramente qualcuno a tenderti una mano a pochi passi dall'arrivo, proprio quando le forze ti staranno abbandonando!".

Non so perché ma ho come la sensazione che arrivata a questo punto dovrei smetterla di scrivere poiché... probabilmente tu m'interromperesti e verseresti il tutto nel contenitore più indispensabile al mondo: quello pieno di sorrisi. Un metodo che mi hai insegnato tu, infallibile... 
E' come un angolo di primavera a portata di mano.
Un mazzo di fiori a meno dieci gradi. 
Basta un sorriso e qualche rondine. 
Non essenzialmente in cielo.

Dream On swallow.







giovedì 10 gennaio 2013

Strati

Stai dove sei. Non tornare.
Prenditi un altro giorno e dopo quel giorno un altro ancora.
Prenditi l'oceano, il mare, il deserto, le case, ma stai lì.
Fai quattro salti. Ridi. So che ti piacciono le parole Spensieratezza e Vita.

Stai lontano da qua. Tu puoi trovare tutto lì dove sei. 
Con quella tua gioia.
Quell'entusiasmo che cattura anche un sasso che non ha mai visto nient'altro che il cemento. 
E quella vitalità.
Quella vitalità che contagia; che si attacca così tanto addosso da diventare quasi insopportabile come quando prendi in mano il vasetto del miele e le dita ti si appiccicano perché la volta precedente qualche goccia era colata fuori.

Stai lì e prenditi una casa. 
Non ti preoccupare che qui non si scorderanno di te. 
Sarai sempre qualcuno per gli altri, per tantissimi altri. Tutti quelli che conosci ma non sono tuoi amici. Tutte quelle facce che vedi ma non somigliano a nessuno che conosci. Ecco loro ti aspetteranno. Tranquillo/a.

Sai cosa magari?
Non restare troppo legato/a a qua e non scrivere a nessuno se non ti viene richiesto.
Facciamo una cosa, ecco. Sigillati fuori da questo posto, dal mio posto. 
Metti una cupola di vetro o di plastica, o gesso, o sabbia.. Insomma quello che vuoi ma che sia oscurata. Oscurata dalla mia parte. In modo che io non possa vedere... 
Così magari, se torni, resterà comunque tutto uguale. 
Come prima di conoscerti. Come prima di capire che in fondo non c'era un granché di luminoso in quella Spensieratezza, in quella Vita. Che era tutto ovattato, tutto chiuso da enormi spazi grigi. Sì, perché anche gli spazi a volte chiudono la mente. La rendono dispersiva... I pensieri hanno così tanto posto che non si distribuiscono omogeneamente e si aggrappano l'un l'altro per tentativi, disgregandosi velocemente. Non è la stessa cosa che accade a te?
Tutte quelle idee.
Tutti quei pensieri.
Tutti quei sogni.
Tutta quell'esuberanza e così poco da dire, in realtà, di te stesso/a e così poco da dare, in realtà, di affetto.

Facciamo, allora, un'altra cosa. Ecco.
Lascia perdere quel giochetto stupido della cupola. Lasciami vedere.
E se per caso, durante il corso della mia vita, dovessi mai incontrarti... Sarò ben lieta di scoprire l'effetto che mi fai con gli occhi della realtà.
Senza patine. Senza carta velina e nemmeno quella trasparente che comunque fa strato e distoglie attenzione dall'immagine reale.