venerdì 30 dicembre 2011

I "buoni propositi" per il 2012

Ogni anno una tragedia. Cinque giorni prima del 31 dicembre la gente inizia ad impazzire letteralmente in attesa dell'anno nuovo come se dovesse accadere chissà cosa. E allora, ecco, che su facebook, twitter, per radio e in tv le imprecazioni contro l'anno passato si fanno vivaci e inquietanti come se i 365 giorni appena trascorsi avessero strappato il cuore alla maggior parte della popolazione. 
Perché puntualmente ogni anno si pensa di aver passato solo ed esclusivamente un anno di merda? Non è che, per caso, si dà più valore alle "cose brutte" che alle "cose buone"? Si, lo so, gli avvenimenti negativi segnano maggiormente il cuore di quelli positivi... Forse perché questi ultimi ci sembrano "dovuti" da non so chi e da non so quali regole...


Forse si dovrebbe fare una specie di schema per punti (lasciando stare la politica, il governo, la crisi e le prese in c***o) concentrandosi solo su se stessi.
Il mio l'ho fatto mentalmente in macchina mentre tornavo a Milano.


Il 2011 per me è stato una scossa. Sapete quando si dice "una vita piatta"? Beh, posso dire che quest'anno non mi sono mai sentita in quella vita. 
Il mio 2011 è iniziato con "inizi" ed è stato proprio mentre iniziava tutto che qualcosa stava già finendo. Lì ho capito quanto è vero che "oggi ci sei, domani non lo sai".
Una tragedia che ha riempito la mia valigia mentre mi trasferivo a Milano e non l'ha più lasciata... Ecco perché le ferite si sentono sempre e riemergono... 
Che segni lasciano le cose belle?... A parte i figli (va beh, ovvio...).


Il mio 2011 è stato anche il periodo in cui ho iniziato realmente a "sbattermene un po' di più". Questo non so come sia successo, solo che ho capito quanto è importante fare quello che ci si sente o che si vuole senza la paura di urtare le persone intorno. Ovviamente parlando di ciò non mi riferisco alla voglia di rapinare una banca o uccidere una persona -_- ... Il mio pensiero è limitato al buon senso (quasi sempre).


Tornando ai buoni propositi, stavo pensando che dovrei fare una specie di fioretto: per esempio eliminare qualcosa per un anno intero dalla mia "dieta".
Non sarebbe figo? Tipo: "ok per un anno non mangio fagioli", peccato che questa sarebbe troppo facile visto che non li mangio mai. Devo eliminare qualcosa che mi piaccia davvero come la cioccolata. Ma, ehi, come si fa ad eliminare la cioccolata?
E se eliminassi ogni cosa fritta dalla mia alimentazione?! Sarà davvero dura ma ci proverò... Almeno il primo mese.


Anche se alla fine quello che conta, molto banale ma essenziale, è che:


"A volte sembra che ci siano troppe cose al mondo che non possiamo controllare, terremoti, alluvioni, guerre, film in 3D, ma è importante ricordare le cose che possiamo controllare come il perdono, seconde occasioni, nuovi inizi perchè l'unica cosa che trasforma il mondo da posto solitario in posto bellissimo, è l'amore, l'amore in ogni sua forma, l'amore ci da speranza, soprattutto per il nuovo anno. Per me è questa la notte di capodanno, speranza e una bella festa".



mercoledì 28 dicembre 2011

Sentimentalismi e altre cose che non mi appartengono

Oggi mi sono svegliata proprio strana; non solo erano le 12.43  e ciò significa che ho dormito qualcosa come 10 o 11 ore, ma sono anche sentimentalmente vulnerabile.
Questa specie di "malattia" mi capita poche volte l'anno e quando mi viene solitamente è accompagnata da un mal di testa che inizia a diffondersi dall'emisfero destro della mia testa.
Insomma... Non è una cosa normale.

Il Natale è volato e devo dire che quest'anno il 25 dicembre è stato uno spettacolo divertente, caloroso e divertente. Tralasciando i miei modi bruschi e poco appropriati direi che ho passato delle belle feste e mi sento piena di "bene"... Oddio... Detta così è brutta e probabilmente stona pure un po', ma il concetto è quello. Mi piace sapere di poter contare su certe persone. Persone così diverse fra loro che a volte le guardo e mi chiedo "Cosa possono darmi tante persone così differenti e cosa accomuna me ad ognuna di esse?". Sono domande da paranoia "erikosa" ma è bello soffermarsi sui dettagli.

Forse, anzi certo, il tempo che ho per pensare a queste cose in questi giorni equivale al fatto che non ho un cazzo da fare ma il periodo che va dal 24 al 2 o 3 gennaio è fatto apposta. Ci si raggomitola e ci si fanno le domande esistenziali, ci si sente in colpa per i chili di dolci mangiati e per le bevute di vino fatte... Fino a quando si diventa "sentimentali" e "smielosi" da far venire il vomito.
Beh, devo dire che quest'anno questa pratica che non mi appartiene per nulla mi ha fatto bene. Ho aperto gli occhi e non mi sono sentita da sola come spesso mi capita. 

E' bello e confortante sapere che ci sono persone che ti vogliono bene davvero, in modo diverso, ma te lo vogliono.

E dopo questa direi che ho finito con la dolcezza per tutto il prossimo anno.
Auguri!

giovedì 24 novembre 2011

Impossibile perdersi

Ci sono giorni in cui le distanze fanno davvero paura: sono come un muro altissimo e incredibilmente scivoloso, impossibile da superare. Si pensa che dal nord Italia al sud Italia, o che dall'America alla Cina ci si possa sempre perdere per strada.
Fisicamente, si: è possibile. Ma come può un sentimento, che sia di amore o di amicizia, fermarsi davanti a quel muro con il terrore di scavalcarlo? E vedere in esso "la fine" di un rapporto, la fine o il cambiamento inteso come peggioramento di una situazione? Di una relazione che è stata fino ad allora così speciale, così "vera"?

Io direi che quel "muro" è la paura psicologica di non ritrovarsi più. Davanti a quel muro ci si tuffa nei ricordi del "però quando eravamo vicini (materialmente parlando) eravamo più uniti, più insieme...". Credo che quell'insieme sia il medesimo a 5 o 500 km di distanza. Ovvio che cambia, certo, ma la vita è fatta di cambiamenti:

Se si restasse sempre fermi si camminerebbe sempre sullo stesso "posto", sulla medesima zolla di terra. Bisogna muoversi perché quella zolla sprofonda dopo un po' sotto i nostri piedi.

La vita cambia le destinazioni ma non i sentimenti. Come si potrebbe dire che una madre lontana non è più "vicina" a te? Come si potrebbe dire che gli amici, quelli cari, quelli che hai incontrato anche per poco e che sono dovuti tornare a casa, non restano cari poiché non sono vicini a te?

Le lettere, prima dei cellulari e del web, sono nate con un unico semplice scopo: "scrivere, esternare, parlare...".
A volte è meglio l'amico dall'altra parte del mondo che quello che siede ogni giorno al tuo fianco. Ma questo non siamo noi a stabilirlo. E' il percorso che si fa e che si decide d'intraprendere.

Io non mi sento saggia e nemmeno matura; se poi parliamo d'intelligenza lasciamo perdere... Ma quello che so è che sto ancora cercando di "muovermi" nella mia direzione. Sto imparando. A volte è davvero difficile.
A volte non so nemmeno prendermi cura di me stessa (questo più che a volte)... Ma ci sarà sempre qualcuno che in un modo o nell'altro ti darà una mano.
Sarà sul lavoro, sarà una persona conosciuta in un parco o in un corso che hai frequentato. Ci sarà sempre qualcuno disposto ad ascoltarti.
Ma quello che è fondamentale: è che anche a 50.000 km di distanza "l'importanza" di un rapporto non cambia. A volte basta un "pensiero", un messaggio o uno sfogo per dire "io sono sempre qui".
E' difficile abituarsi, questo è vero, ma l'amicizia è così: s'inseguono le proprie passioni, i propri "amori" e si raccontano, si condividono... In un modo o nell'altro. Che sia in Calabria, che sia a Milano, che sia a Reggio Emilia o in America...

Le migliori rimangono o ritornano sempre

venerdì 18 novembre 2011

Le spiegazioni a volte vanno abbandonate

L'età dei "Perché?" è quella che distrugge mentalmente ogni genitore e inizia davvero presto, forse troppo presto... La cosa buona è che a quell'età i "perché" riguardano il vasto mondo "materiale" delle cose o del funzionamento delle cose.
Poi si passa al "Perché nascono i bambini" con annesso "come?"... Fino ad arrivare all'adolescenza e ai suoi drammi esistenziali, dove i come e i perché diventano veri e propri proiettili conficcati nel cuore e nella testa.


Per fortuna ci si esce e si arriva ad un'intermediazione tra dramma e realtà. Forse è la fase in cui sono io. Ma così drammatica, tuttavia, non è.

Prima mi sarei chiesta il perché del "Perché faccio quello che faccio" ma penso di aver capito che a volte le spiegazioni vanno abbandonate o bloccate sul nascere. Concentrarsi sulla razionalità dei fatti, spesso, allontana dalla realizzazione degli stessi fatti...


E, credo, che la realizzazione di "avere l'anima in pace" dopo essersi dati una giusta spiegazione sia solo l'amara consolazione di quello che non si ha potuto (o voluto) fare con il messaggio chiaro che, invece, mandava la passione.
Forse siamo "incasinati" nel cercare di dare un senso corretto a tutto quello che facciamo... Ma se ci fosse a cosa servirebbe il destino?


Ogni tanto di destino ce ne vuole... Ok, non dico di farsi trascinare inconsapevolmente ma, di farsi accompagnare piacevolmente verso le sensazioni che qualcosa può aver suscitato in noi. 
Per tutto questo, però, bisogna avere voglia di rischiare e cambiare. Mettersi in gioco penso sia l'azione più irrazionale dell'essere umano perché non sai mai cosa ti può accadere...
Ma se non ci si mette in gioco: se si chiude la strada ai sentimenti e li si accantona... Allora a cosa serve trovare una spiegazione su tutto ciò che vediamo, viviamo e sentiamo? Forse "spiegare" è il passatempo preferito di chi non cede nemmeno un "pochino" al destino, quello oscurato dalla severa "giustizia della ragione".

lunedì 14 novembre 2011

The Prison Head

Non lo so. Sarà che ho riguardato "Mangia. Prega. Ama" o, molto più probabile: sarà che sono in casa da tipo 10 giorni e sono irrimediabilmente depressa.
Buona la prima o la seconda? Credo entrambe: troppi film mielosi senza significato e troppa "casa", casa, casa e casa...

La verità è che ti passa la voglia di far tutto e arrivi a sera in trepidazione per nulla visto che hai tutte le energie accumulate durante il giorno.
Mi chiedo ma come cazzo facevano tutti i "colti" o i pittori, i grandi maestri italiani, che passavano le loro giornate solamente a scrivere, studiare, scrivere, dipingere e studiare tutto il giorno?

Alla fine capisco che arrivi al decimo giorno e nemmeno hai voglia di uscire perché ti sei auto-rinchiuso nei tuoi pensieri. E quelli, quando arrivano riescono a "sgretolarti" ogni "cosa bella" che avevi in mente.
Dieci giorni di pura auto-commiserazione e chiacchiere... Mal di stomaco, voglia di scomparire e domande.. Tante domande.. Tipo? Ma cos'è il destino? E qual'è il mio?
Non riesco ad aspettare. E' questo il mio problema. Non ho pazienza e voglio sapere sempre tutto in anticipo.
Non so.. Magari qualcuno potrebbe prestarmi un po' di sobrietà, pazienza e ottimismo...

lunedì 7 novembre 2011

Le priorità?... A volte cambiano.

Guarda il futuro. Cosa vedi? Guardo il futuro e cosa vedo?... Un'ampia distesa piena di sogni e poche certezze perché infondo le priorità sono dei desideri che speriamo di costruire. E, che, per non illuderci teniamo ben lontani dalla "tela bianca" aspettando il momento giusto per imbrattarla di colore, usarla senza pietà... E senza ripensamenti.


Ogni tela equivale ad ogni cambiamento, ogni spostamento che abbiamo trasferito con un pezzo di colore o un segno più evidenziato o meno a seconda della "batosta", della vittoria o della sconfitta. Il disegno finale non è mai lo stesso ma nella testa, forse, ognuno di noi sa quel'è la priorità, quella figura: quel disegno che vuole realmente veder saltare fuori. No?


Le mie prospettive cambiano di giorno in giorno. Se prima pensavo che una donna deve assolutamente condurre un'ottima carriera per essere felice, beh, ora credo che: no, semplicemente no. E non mi riferisco al fatto che ogni italiano parte già svantaggiato, perché ora nemmeno se fossi in una città come Hong Kong penserei a me come futura "donna in carriera".


Ho deciso di rilassarmi, finalmente, cambiando le mie priorità. Beh, si, ci ho messo davvero molto poco... Solamente due anni. Infondo dico: ma se ti piace quello che fai perché dovresti ottenere un qualcosa per il quale poi non saresti in grado di sbatterti? Semplicemente per la comodità di avere i miei spazi, di tornare a casa e farmi i fatti miei.
Egoista? si; sfaticata? Forse, ma mi piace quello che sto facendo, non avrei motivi di lamentarmi, anzi... Mi diverto pure al lavoro.
Solo che  non vedo più "nulla" come tempo perso... Cioè se volessi trasferirmi e lavorare come cameriera che cavolo di  problema ci sarebbe? Perché bisogna andare solo per "un buon motivo". Perché solo una carriera dev'essere un "buon motivo" e perché l'ambizione è misurata soprattutto sulla carriera?


La cosa più buffa però, e più assolutamente fuori controllo è pensare a come una priorità possa cambiare nel giro di un attimo.

lunedì 2 maggio 2011

Libero arbitrio del mio libero sfogo

E' vero, sono giorni che la meno con la storia del "Non trovo lavoro". E' vero: ho 21 anni dovrei anche già essere felice di dove sono e di quello che "posso" fare. E' vero, mi piango addosso e mi deprimo facilmente; è vero che l'Italia sta andando a puttane come il suo presidente del consiglio, ma è anche vero che io non ci posso fare un cazzo. Come te e tutti voi.. A meno che non vi siate schierati con la mafia.

Devo smetterla di piangermi addosso, è vero.. Perchè ci sono donne disoccupate di 30 anni con bambini, in situazioni che di economico non hanno nulla! Ed è anche vero che devo finirla di criticare le zoccolette che si fanno i soldi, perchè questo è rimasto l'unico modo per farli. E poi dicono che è la "nostra" generazione ad essere superficiale.. Forse, però, qualche altra cosa ha portato la NOSTRA generazione a "darla via", forse perchè quelli che dall'alto guardano verso il basso dicendo "i giovani d'oggi" dovrebbero ridimensionare la loro visione e stabilire che la NOSTRA generazione è anche la loro: quella in cui vivono. Forse perchè ci sono 50enni che hanno fatto del loro corpo uno schifo plastico... E della loro carriera una buffonata simil Bunga Bunga. Allora perchè non "spulciare" le origine di questo devasto sociale e politico?

Perchè la velina diventa attrice e la figlia di papà stilista? Infondo non è così "da sempre" qua in Italia? Non penso che sia tutta colpa della MIA generazione, non credo proprio... Perchè il tutto è iniziato molto molto tempo fa. NOI siamo quelli ignoranti, quelli che devono iscriversi alle università più IN per essere presi in considerazione, quelli che non entreranno mai nel mondo del lavoro un calcio nel culo perchè "Lo vuole Mamma o Papà"... C'è chi può e chi no.. Ma non penso proprio che ci sia chi dica "No" alla raccomandazione... O almeno, quei pochi entrati in qualcosa attinente alle loro aspettative, avevano sicuramente qualche parente oppure venivano dalla Russia o dal Giappone.

Mi chiedo... Quindi quale ragione ha un ragazzo o una ragazza di stare qua in Italia? Investire sul proprio futuro in Italia equivale ad andare a comprare tantissimi vestiti che poi lascerai nell'armadio, se non sei nato coi soldi in tasca.

Sto degenerando, forse perchè sono alla disperata ricerca di un lavoro... Anche se c'è chi mi ha detto che a 21 anni ti devi solo divertire e andare in giro senza pensare un cazzo... Beh questa è la prospettiva della MIA generazione. E' bella? Io non la condivido ma presumo che in tanti la seguano. Forse bisognerebbe partorire i figli in un altro stato per farli crescere in un certo modo- tipo? Democratici, umili, ambiziosi e anti-berlusconiani.

sabato 16 aprile 2011

Prezioso

Che ridicola la vita... Pensare che l'anno scorso questa serata doveva ancora succedere. Dovevo ancora organizzare. Eh si. Perchè nel 2010 avrei festeggiato con gli amici il mio compleanno il 21 aprile. Quest'anno non ho dovuto aspettare così tanto dal 13 aprile (vero compleanno)... E così sono qua. Come all'incirca un'anno fa, quello che cambia sono gli anni: 21 e alcune amicizie. Pensa che proprio alcuni amici proprio tu me li hai fatti trovare. Altri se ne sono andati e altri ancora sono tornati. Con alcuni l'amicizia si è fatta davvero forte... 

Il 21 aprile 2010 eri seduta accanto a me, è da due giorni che difficilmente riesco a pensare ad altro e mi domando... Ma le persone che davvero ti erano sempre e costantemente vicino cosa fanno? Ogni giorno come fanno? Ricordano il preciso momento in cui tu sedevi OGNI giorno accanto a loro?
Cavolo, è davvero difficile se è così. Però, stasera, voglio che sia una serata speciale anche per te... Nonostante non riceverò la tua bottiglia di Baileys e non mi potrai prendere in giro per tutta la cena dicendo che ho bevuto troppo. Non ti cercherò incazzata per il Fuori Orario chiedendomi dove sei andata e poi ritrovarti subito un secondo dopo.

Non sarà così... Ma io so che ci sarai.. Anche stasera, perchè il posto nel mio cuore è inesauribile. Per te in questo momento più che mai.

Ti voglio bene Ste

venerdì 18 marzo 2011

Piccola Stella Tanto brillante

Cara Steps...
E' straordinario come si pensi alla crudeltà nel mondo e poi ci si ricreda così.. In tre secondi. Tre secondi, perchè solo tre secondi bastano a capire che la cattivaeria media, innata delle persone, è solo pura fantasia, invidia e gelosia.. Ma cosa sei tu confronto a questo? Cos'è la tua innocenza confronto a questo? Niente, tutto e di più. Il niente perchè non si può paragonare, il tutto e di più perchè ci sono troppi modi per esprimerti a parole.

C'è chi, parlando di te, ti ha indicato lassù nel cielo e mi ha illustrato una stella. Una stella che questa notte brillava con tutte le sue forze. Forse perchè 21 anni sono troppo pochi per affievolire nella notte, per nascondersi dietro un'ombra, o forse perchè la tua presenza è talmente forte, ogni "descrizione" di te è talmente forte, che non vederti è impossibile.

C'è chi mi ha detto di dover superare questa cosa, che questo mio pensiero su di te può contagiare il mio benessere...Che questo mio sfogo su di te può diventare un pretesto x lamentarmi di altro, di cose al di fuori... Ma io ti giuro che non riesco ad associarti a nient'altro.... Sei un'unico pensiero, a parte.. A parte di tutto. A parte del male che può avermi fatto qualche situazione famigliare, a parte di amici e amiche a cui magari ho fatto dei torti o loro ne hanno fatti a me, a parte i sogni che non si realizzano... A parte tutte le litigate, a parte la pioggia, la nebbia e i viaggi.. A parte quei mondi che non ho mai visto e le persone che non ho mai conosciuto. A parte la ragazza che non sono e non potrò mai diventare, a parte le cazzate quotidiane.. E a parte tutto quello che di materialmente umano ci può essere. A parte tutto questo, il pensiero che va a te è totalmente nuovo... Un piano sopra, un trono puro.. Mai toccato. Perchè niente e dico niente può ridarti 21 anni... E' qualcosa di sublime e terribile.. Lontano da ogni tipo di mia concezione morale.... Concezione e morale a cui non posso porre paragone e per questo tengo sospeso nei miei pensieri. Perchè nulla sarà mai messo a confronto. Il tuo ricordo, il tuo pensiero... Tu.... La vita è tutto e tu, piccola Stefi, mi ricondurrai sempre la mente ad un mare di vita... Quella da cogliere e quella su cui riflettere.. Ma sempre e sempre da respirare e vivere.


Mi manchi tanto. Auguri piccolo angelo...





mercoledì 23 febbraio 2011

Io mi perdo tra le nuvole

Avete presente il beato fan-cazzismo che in qualche istante della nostra vita accomuna tutti noi esseri umani e animali?
Ecco, io ho quei minuti, non secondi, più volte nella giornata; quando?
Tutte le volte che m'imbambolo a fissare il vuoto o una persona, con gli occhi sbarrati... Quando è ora di partire ma i miei muscoli si ribellano e sembrano protestare all'idea di muoversi.
Sono così: io mi perdo nel vuoto dei mie pensieri, come quando, prima di addormentarti ti vengono in mente le cose più banali accadute nella storia della tua vita. Il momento più imbarazzante, la gaffes più brutta o quando hai fatto grossi errori e, allora, lì difficilmente riesci a dormire.

Ma la cosa più imbarazzante è quando senti senza ascoltare: tutta la conversazione e la spiegazione è rvolta a te, gli occhi del tuo interlocutore sono nei tuoi e sai che se non capirai quello che sta dicendo saranno cazzi amari. E questa è una tragedia, o almeno per me, quando so che devo sapere una cosa mi s tappano le orecchie e inizio a sentire solo le mie ragioni.
Sono strana? No, sono sbadata... Molto spesso, troppo spesso sento uscire dalla mia bocca questa frase "eh si scusa mi ero scordata", oppure.. "Oh cavolo ho dimenticato le chiavi di sopra" (quando sono già scesa e per fortuna qualcun'altro le ha).

Sono la tipica persona che propone le cose anche all'ultimo momento senza pensare alle conseguenze... E' come voler offrire una cena agli amici e poi ritirarsi perchè si hanno solo 20 euro in tasca.. Io parlo, dico quello che sento con il cuore ma poi, mentalmente, non mi assumo le mie responsabilità, se così si possono chiamare.
Quindi, mi chiedo, come farò mai a fare quello che voglio diventare?
Una persona ieri mi ha detto che puoi essere dovunque, ma anche nelle più grandi delle città se non ti muovi non c'è speranza di realizzare nulla.. Che vuol dire? Forse ci siamo tutti un pò fermati al presupposto che certe cose si ottengano solo con raccomandazioni e puttanatine? Forse.. Ma è anche vero che qualcuno mi dovrebbe dimostrare il contrario per smentirlo. E magari, non qualcuno che è riuscito in quello che voleva la bellezza di 20 anni fa.
La mia generazione ha bisogno di prove più attuali che, purtroppo, non ci sono.
E allora come si fa a ripescare dal passato degli ideali e crederci davvero quando, ora, non esistono?

sabato 29 gennaio 2011

Senza uscita, Le donne

Vorrei scrivere tante cose stasera. Avrei in testa mille idee, mille temi di cui scrivere, scrivere e buttare giù frasi, frasi e frasi che poco servirebbero ma che mi farebbero sentire più leggera. Il problema è che ci sono argomenti senza uscita.
Argomenti che pensi, su cui rifletti una notte senza dormire.. Ma che il giorno dopo devi riordinare dall'inizio. Un circolo vizioso insomma che non conosce un vero rimedio. E' così nella vita, è così nella politica, è così nelle manifestazioni, nelle proteste.. Un esempio?
Io leggo spesso Elle; mi sono appassionata della rubrica Sor'Elle d'Italia.. Poi, improvvisamente l'altra sera, mentre leggevo, mi sono detta ma che cazzo è sta roba? Storie al femminile, problemi su problemi, emancipazione, donne qui, donne là.. Ma quali donne? Le donne manager? Mi chiedo.. Le persone non sanno che le donne non sono solo in carriera? Noi vogliamo un'emancipazione o soltanto poter superare la strada che fanno certi uomini? Lo so.. Si tratta dell'uno e dell'altro ma come mai ci ostiniamo a fare anche quello che fondamentalmente ci esaurisce?
Io ho solo una risposta, molto ottusa, molto inutile. Credo che ogni donna lotti quotidianamente con se stessa per arrivare dove sa che non avrà modo di pensare alla sua solitudine. Dove conta solo il "vivere per lavorare". E' poi quello che fanno anche tanti uomini eh...
Quello che voglio, però, far capire è che non esistono solo quelle donne. Esistono anche quelle che per studiare non avevano i soldi e abbastanza tempo. Altre che solo dopo qualche errore hanno capito cosa davvero volevano fare.. Ci sono quelle donne che se ne sbattono completamente di poter indossare un tailleur e tacco 12 dalla mattina alla sera e non riuscirebbero mai a dividere una vita tra famiglia, lavoro, casa.. Diciamoci la verità qua si sta parlando di emancipazione di donne ricche o che hanno venduto "l'anima" a non so chi per diventare da iper-povere a super star. E allora si parla di Ruby e cazzate varie, politica che fa business grazie ai telegiornali. E giornalisti che amano raccontare quante volte si è rifatta la bocca Belen. Interviste sulla carta stampata di "Come ho cresciuto mia figlia....", storie di qualche attrice che sembra essere wonderwoman ma che alla fine manco la conosce quella povera bambina! Ma dov'è la realtà? La realtà di chi esiste per davvero.. E chissenefotte dei grandi nomi della storia, quelli sono nomi che sono esistiti, noi esistiamo adesso. Non c'è nessun modello, nessuna fonte. Solo occhi di uomini che scelgono chi far andare e chi no.
Un unione femminile che scompare nell'abisso della concorrenza e così ci si calpesta l'una con l'altra. Zero complicità, zero gruppo... Secondo voi perchè 6 donne in un ufficio non riescono a concludere nulla?? O almeno.. Da quello che ho visto io la stronzaggine sul lavoro è spietata, nessuno ti para i "colpi" e nessuno si assume responsabilità.
Prima di dire "uomo merda" pensiamo a quello che abbiamo fatto noi. E riflettiamo su quello che vuol dire "l'unione fa la forza" perchè, a mio parere, non l'abbiamo ancora capito.
Ha ragione chi dice: Non viviamo in Sex and the City.

mercoledì 19 gennaio 2011

Una comparsa, un'improvvisazione o una protagonista? La vita?

Sono giorni che non penso ad altro. Cosa bisogna fare per vivere a pieno la vita?
A questa domanda tante volte mi ha risposto Stefania. Lei si che si può dire una persona che ha preso la sua vita con una grinta e una fantasia coinvolgente..
Una carica spiazzante anche quando non ce n'era assolutamente bisogno.
Anche quando il futuro barcollava ed era pieno d'incertezze lei è sempre riuscita a sghignazzare e scappare via con una parola o un gesto apparentemente non curante.
Se si odiasse la vita non ci si concederebbe l'amore.. E se non si credesse nell'amore che importanza avrebbe la vita? 
La Stefy mi ha insegnato anche questo, la passione traina ogni cosa rendendola una piacevole compagnia che si guardi al passato o al futuro. E il presente?
E' un pò il gioco in cui si cerca di immedesimarsi in un personaggio.. Il problema è che la realtà cambia sempre anche se si rimane uguali.. Con gli stessi principi, con le stesse scelte.. Con le stesse idee e progetti.


E riscrivo per l'ennesima volta questa frase che ho letto davvero solamente l'altro giorno e tutti conoscete sicuramente..


La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri programmi


E allora mi chiedo.. Che cosa non si programma? 
Mentre in frigo cerchi del latte e ti accorgi che preferiresti lo yogurt.. E' un esempio orribile e banale, no comment.. Ma un filo di realtà c'è.


Che cosa noi seguiamo principalmente? L'istinto o l'idea fondata sulla costruzione di solide basi?
Un buon lavoro, una bella casa, una famiglia, un cane e un gatto.. Il camino che ci riscalda in inverno e lo scandirsi delle stagioni tra lavoro, amici, amore e tutto quello che volete.. 
Ogni programma, penso, ogni costruzione mentale, credo, si basa su quello che stiamo facendo in un determinato momento ma il destino è quello che viene e vuole passare in mezzo a tutti i costi, o lo ignori, lo guardi e lo superi o ti prende e ti travolge.. Il destino non è uno.. Perchè uno lo costruiamo mentre l'altro lo subiamo.


Sicuramente la mia amica ha vissuto la sua vita da vera protagonista. ;)





giovedì 13 gennaio 2011

Steps-Stefy-Ste rinfrescami la memoria..

"Coma: si intende per coma una durevole perdita di coscienza e delle altre funzioni vitali (motilità, sensibilità) compreso le funzioni vegetative che talora  possono essere alterate, cioè il respiro e l’attività di cardioregolazione. In sintesi è dovuto ad alterazione del metabolismo del sistema nervoso centrale che come sappiamo dipende da combustibile e comburente, cioè glucosio ed ossigeno, per cui  quando vengono meno tali fattori del metabolismo ne deriva una sofferenza con spegnimento dello stato di vigilanza e, dunque, il coma."

Ero in prima superiore quando mi facevi di nascosto e a mia insaputa quei disegni osè. Te l'ho sempre detto e l'hai sempre saputo che t'invidio un sacco quel corpicino da modella che hai. Il problema è che sei bassina ma questi sono dettagli e poi lo dici anche tu e quanto mi fai incazzare con le frasi del tipo "Io resto così senza fare nulla dalla mattina alla sera"..
Ricordo anche quando a 15 anni tu riuscivi a girare per i corridoi della scuola in canotta in Gennaio! Una canottiera rosa un pò corta con i jeans e io che ti seguivo con felpa, sciarpa e globe.. Te le ricordi le Globe? Le scarpe da skater; sai che ce le ho ancora nella scarpiera? E quei lacci rosa con le stelline bianche? Oggi diresti che sono da bimba minchia, ma già allora anticipavi le mode e i tempi..
Ogni tanto riprendo fuori le vecchie Smemo: sono tempestate di tuoi messaggini, disegnini e cazzatine varie perchè tu non potevi ascoltare la lezione da alunna normale.. No tu dovevi avere una matita e scarabocchiare a qualsiasi ora! .. Ecco guarda ho trovato uno dei tuoi disegni e c'è una frase accanto: " Per il mondo può non essere nessuno ma per te può essere il mondo"; c'è una nota sotto con una freccina nella quale scrivi che è stata un pò modificata da te.. Non mi ricordo il perchè me l'avevi scritta, proprio non mi viene in mente.. Perchè Stefy? Tu ti ricordi?
Questa è proprio la Smemoranda dedicata a Kurt Cobain. Ho ancora il tuo disegno con la sua caricatura. Sei sempre stata bravissima a disegnare. A quindici anni potevi già fare la fumettista, il problema è che tu non volevi studiare.. Cazzo quante volte ti ho fatto le prediche: mai un libro con una sottolineatura e la tua beata consapevolezza di mandare un pò tutto a farsi fottere non ti tangeva minimamente. Era frustrante vederti così.. I prof venivano a chiedere a ME perchè TU non studiassi. Con la testa che hai avresti preso un bel voto anche solo ascoltando un'ora di lezione è che a te non te ne poteva fregar di meno... E disegno dal vero? Vogliamo parlarne Ste??!! Avevi 9 o 10? Non mi ricordo comunque una cosa incredibile. Tu in prima superiore disegnavi meglio di tutta la mia classe di quinta messa insieme.. Avresti superato tutti con i figurini, si forse avresti avuto un pò di problemi a farli anoressici. Non hai mai amato le cose striminzite.. Sei sempre stata sul morbidoso.. Morbidoso come me =)
Poi è successo che ci siamo un pò perse di vista. Io sono andata in seconda e tu hai fatto un altro anno al Chierici dopodichè sei andata a Modena.
Io stavo con Gheb in quel periodo e credo che per un buon annetto ci siamo solo sentite su Msn. Fino a quando ho passato la mia situazione vegetativa in cui non volevo mangiare.. E allora eri tu lì che mi facevi le prediche. Mi viene in mente quando all'Irish dopo un sacco di tempo che non ci vedavamo mi avevi palesemente detto che facevo abbastanza schifo ed ero meglio prima. Mi ero quasi offesa sai?! Sono passati altri mesi in cui io ho fatto la mia vita da parassita paranoica e tu la tua totalmente e troppo libera.
Ci siamo ritrovate.. Ero in quarta o in quinta superiore? Dai però io non mi ricordo le date.. Era un bel periodo per tutte due. Ogni tanto andavamo al Vampyria..E una volta siamo state anche all'Amnesia dove mi hai tormentato tutta sera con la tua nuova digitale! Intorno a noi non c'era nessuno e il perchè lo posso immaginare.. Il flash non si sopporta dopo un pò lo sai??!! Ma ci vai ancora al Vampyria ogni tanto?

"Una persona che si trova in stato d’incoscienza, o persino in uno stato di coma prolungato, può essere aiutata con un procedimento chiamato Assistenza per le persone in stato d’incoscienza. Grazie ad essa è possibile aiutare la persona ad entrare in comunicazione con voi e con l’ambiente circostante, riportandola dall’incoscienza alla vita e alla vitalità. È un’assistenza facile da imparare e da fare."
"La teoria dei procedimenti di assistenza e della loro riuscita comprende tre fattori. Il primo fattore è rappresentato dal controllo e dalla direzione dell’attenzione. Il secondo è l’ubicazione. Il terzo è il tempo. La persona ferita o ammalata continua a restare nello stato in cui si trova a causa delle difficoltà legate ad ognuno di questi tre fattori. Non ha il controllo della propria attenzione, con il pensiero è localizzata da un’altra parte e non è nel tempo presente. È nel passato. La difficoltà, per chi voglia aiutare una persona con un procedimento di assistenza, sta nel riuscire a controllarne l’attenzione e a riportarla nel presente, sia in termini di luogo che di tempo. Facendo toccare alla persona inconscia oggetti a lei vicini, quali il cuscino, il pavimento o il corpo (senza danneggiare una parte del corpo ferita), la si può aiutare a riprendere il controllo della propria attenzione e a ritornare nel presente. Nonostante sia un procedimento leggero come una piuma, può andare molto a fondo."

L'anno scorso per il mio compleanno credevo proprio non saresti venuta. Non so perchè pensavo questo. Forse ero consapevole del fatto che non conoscevi nessuno.. Comunque le nostre amicizie non sono state più molto in comune nonostante ci aggiornassimo spesso via Messenger. La realtà però è che tu c'eri =) E figurati! Che te frega a te di non conoscere nessuno??
hahahah.. Sei molto espansiva, a volte troppo. Penso anche che ogni tanto qualche figuraccia in passato me l'hai fatta fare con le tue battutine sarcastiche su di me. Ritornando al compleanno, il tuo regalo è stato molto azzeccato. Sui liquori non sbagli mai eh? Però quella bottiglia di Baileys sta per finire, ne ho bevuto un goccino anche per l'ultimo dell'anno.. Ci siamo sentite dopo il 31 ma non ti ho chiesto come l'hai passato.
Sicuramente bene. Quando ci siamo incontrate in via Emilia a Reggio, l'ultima volta, eri col tuo ragazzo e ti ho detto il giorno dopo che l'ho trovato una persona fantastica. Non so perchè mi ha subito ispirato fiducia e tanta tanta pazienza.. D'altronde ce ne vuole a sopportare la tua esuberanza! Sei una molla, una piccola molla che non sta ferma un attimo e dice sempre la sua. Insomma vi ho visto quella volta lì insieme e mi sono detta "Questo è davvero l'uomo di cui la Stefy non può fare a meno". Ero felice per te sai? Perchè so che sentimentalmente ne hai passate e credo anche di essere sempre stata tra le prime persone a saperlo e so che tu ti butti nelle relazioni come ho sempre fatto anche io. E perchè no? Sono cose da vivere.
Poi, ultimamente ci hanno accomunate diverse cose: hai capito cosa intendevo quando dicevo di avere il moroso che sta a Milano e poco dopo anche il tuo è dovuto andare lì per lavoro. Ma quant'eri sconvolta.. hihihi
E poi il giapponese. Volevi a tutti i costi provare  a cucinare per lui il sushi  e chiedevi a me come fare per farlo bene, io però sono italiana e già mi viene male la pasta figurati il sushi. Eri trepidante per fargli questa sorpresa che poi, però, non sei riuscita a cucirti in bocca! E gliel'hai detto prima di provare a farlo sto benedetto sushi!

Ho qualche foto nei file ricevuti e dando un'occhiatina mi salta in mente il momento in cui hai scattato questa..


Prima superiore, ero a dormire da te.. Avevi nascosto i vestiti nell'armadio per non farmi notare il tuo inconfondibile disordine.. =)

Ed ecco come hai imparato ad usare Photoshop..

Penso che questa abbia fatto il giro di tante caselle di posta grazie a te!! Pazza!
Non contenta ti sei anche esercitata sui foto montaggi e il soggetto che ci rimetteva? Io!

Per questa però me la pagherai carina!!

"Il Coma Work parte dal presupposto che il paziente, seppur in coma, sia in grado di percepire e di relazionarsi ad esperienze interiori ed esteriori, non importa quanto minima sia questa sua azione. Il Professionista di Coma Work, cerca perciò di scoprire i possibili canali con cui il paziente può comunicare, e quindi li utilizza per acquisire quanto il paziente riesce a trasmettere.
I canali di comunicazione possono essere identificati notando i piccoli, a volte minimi, segnali da parte del paziente. Essi si possono presentare sotto forma di movimento corporeo, movimento degli occhi, espressioni facciali, vocalizzazione o altro. Il professionista tenta di interagire con il paziente cercando di utilizzare, amplificandoli, questi segnali. Durante questo lavoro il professionista viene guidato dai feedback provenienti dal paziente."


Circa 3 settimane fa c'eravamo accordate per andare al giappo con i rispettivi ragazzi. Il Fujiyama che hai detto è tra i migliori in zona.. Poi alla fine è saltato tutto, anche per colpa mia che mi prendo impegni e me li scordo. Vorrei avere il tempo e un poter instancabile per fare tutto, vedere tutto, stare con tutte le persone che mi sono più vicine ma ovviamente non è possibile.
Però non ci sono ancora andata al Fujiama.. Dimmi tu quando vuoi e hai tempo.
Già, poi mi hai promesso di venire a Milano a fine Febbraio per dei concerti. E sicuramente dovrai venirmi a trovare.

Mi dispiace Stefy. Mi dispiace non esserci stata ultimamente.. Essere stata presa solo e soltanto da me stessa. Dalla mia ricerca di un qualcosa in me che mi faccia sentire qualcuno.. Da una ricerca che a 20 anni è impossibile fare perchè ancora di tappe da cui passare ce ne sono. E mi sono resa conto, concentrandomi su quelle che sono i reali bisogni, che a volte puoi dare l'anima per crescere a livello professionale; puoi avvilirti per non aver raggiunto certi obiettivi.. Ma ho capito e anche grazie a te che a vent'anni è troppo presto per prefissarsi un futuro del genere. E tu questo lo sai. Il tuo bello, la tua gioia di vivere è data dal tuo non essere un'eterna insoddisfatta come me. E' quella "non motivazione" che ti fa sempre essere solare e forte, a volte lasciva ma mai non curante. Io so di non aver dato a te tutta l'energia che tu hai regalato a me. Siamo diverse. Siamo l'una opposta all'altra anche esteriormente.. Si potrebbe dire che io sono una mamma spaccapalle e tu la figlia che non la sopporta. Eppure nelle nostre diversità, in un modo o nell'altro, siamo sempre riuscite a riavvicinarci.. Perchè infondo, tutte e due lo sappiamo, ci sono principi intrascendibili ai quali le nostre critiche sono sempre state molto simili.
Voglio stampare questa lettera, venirti a trovare e fartela leggere. Dimmi tu quando.. Io non sono brava a organizzare.
Questa è per te. So che lo adori.. Potrei quasi dire, però, che assomiglia ad un Carlino..

 Ti voglio bene...

Ery


lunedì 3 gennaio 2011

Non vado a vivere in Norvegia

Dal titolo si capisce tutto. Ebbene si.. Queste vacanze sono state all'insegna della famiglia e della casa ma sembra non essere abbastanza perchè le persone più vicine vivono il mio "trasferimento" a Milano come un arruolarsi all'esercito in Afghanistan. Manca poco che mia mamma non mi dia le scorte di cibo da nascondere sottoterra..
Da come parla lei a Milano avrò un sacco di problemi e affronterò una grave gravissima crisi. Le ho fatto capire che non vado via con uno zaino in spalla in mezzo al deserto e che in metro non ci sono tutti i giorni quelli che si appostano dietro l'angolo per derubarti.. O per lo meno, le ho fatto capire che bisogna anche  avere un pò di testa. Non giro a mezzanotte nuda per strada e non aiuto i barboni a raccogliere il cibo nella spazzatura..
Sembra che una città risucchi le persone e le costringa ad adattarsi ai maltrattamenti di agenti atmosferici, ambientali e soprusi d'ogni tipo. Le prime volte che calcavano tanto su questi discorsi mi mettevo a ridere.. Quando oggi ho visto mia madre e mia nonna che hanno riempito due borse giganti di piumone, piumino, piumetto, federe, lenzuola, coprimaterasso, copri rete.. Copri tutto.. Il mio ragazzo ha spalancato gli occhi e ha letteralmente invaso la macchina di tessuti. Per non parlare dell'ansia con cui dicono che devo assolutamente iniziare a preparare la mia roba da portare via. Mi ricorda un pò il coniglio di Alice nel paese delle meraviglie che urlava "E' tardi, è tardi ormai!"..


La soluzione a questa frenesia ansiolitica è far finta di essere super nervosi anche voi così fate felici le persone intorno.. =)
Per fortuna hanno capito che non posso accettare insaccati e formaggi da portare via, poichè non ho una cantina in appartamento e portarmi un maiale fatto a pezzi non è il caso. Una cosa non riesco a mettere a freno: l'olio d'oliva e l'aceto balsamico. L'ossessione di dovermi dare tutte le bottiglie che sono state trovate nei "pacchi" natalizi. E le offese se non si accetta.. Non potete immaginare.

Ovviamente io ho esagerato tutto il discorso perchè sono proprio quelle persone che fan di tutto per darti una mano.
Io sono solo, un filino ... Tanto agitata. Non so bene il perchè. Forse perchè non mi sembra vero di mollare per almeno tre mesi (poi si vedrà) questa casa in mezzo a nebbia e zanzare. Ho sempre odiato la campagna e ci ho vissuto per 20 anni; ho sempre odiato i paesini e li ho frequentati più delle città; sono sempre stata abituata ai pettegolezzi della popolazione over 60 e a volte mi hanno anche fatto venire i nervi.. Tutti che si conoscono ma nessun vero amico. Non dico di dover andare via per questi motivi, sarebbe stupido.. Ma.. Penso che mi farà bene abituarmi, convivere, imparare ed essere indipendente a livello mio di gestione perchè purtroppo a livello economico non c'è ancora speranza.
E ringrazio tanto di non dover essere in questa situazione....