Grazie a chi nel 2012 mi ha illuminato dicendomi che nel cuocere le zucchine non va aggiunta l'acqua se no "perdono il sapore". Volevo dirti che non avevi fatto la scoperta del secolo, che lo sapevo benissimo... Che non mi hai insegnato tutto tu, anzi fondamentalmente non ho imparato nulla se non alla fine.
Grazie a chi, invece, ha fatto stare in vita il basilico fino al suo trasferimento e anche a chi ha "cercato" di tenere in vita il basilico dopo che ti sei trasferita. Entrambe vi siete impegnate mentre io vi stavo a guardare. Brave!
Grazie a chi mi ha detto che "oggettivamente" passare del tempo con me è bello, ma poi anche quando non ci sono è la stessa cosa. Volevo dirti che "soggettivamente" non capisco come ci si possa infatuare di idee assurde e non di persone in carne ed ossa. Colpa mia però. Magari crescendo lo capirò.
Grazie a chi, invece, mi ha detto che Milano senza di me è grigia.. E tante cose alle quali non credo (anche perché Milano è grigia per forza.. ), ma ringrazio lo stesso perché so che chi l'ha detto, l'ha pensato.
Grazie a chi quest'anno ha avuto la brillante idea di non venire a cena per la vigilia e presentandosi dopo con imbarazzo cercava di fare quello che è sempre riuscito a fare: finta di niente. A casa mia si sopravvive anche senza tutto ciò, ma ringrazio per l'impegno.
Grazie a chi, invece, mi ha ricordato anche nei momenti peggiori e con i modi meno "dolci" di alzarmi e continuare facendo "passi lunghi e ben distesi" perché "oggi ci sei domani non lo sai". Una serie di banalità che, però, servono ogni giorno.
Grazie a chi mi ha insegnato che a volte è meglio non parlarne; non dare confidenza. Essere un po' vigliacchi, un po' "per i cazzi suoi" perché è meglio così non ci rimetti mai. Non so se saprò seguire questo modo di essere ma grazie per avermi fatto notare il mio evidentemente sbagliato.
Grazie a chi, invece, mi fa ridere sempre anche insultandomi. A chi dall'altra parte del mondo si fa comunque sentire. A chi mi sorride e distoglie lo sguardo. A chi c'è sempre per me e a chi non sopporta le mie battute (e questa categoria ne comprende tante di persone eh...).
Insomma... Questo post doveva essere solo negativo. Doveva scavare nei mesi più di schifo di questo 2012, MA POI mi sono accorta che le "cose brutte" si sono racchiuse in così poco spazio se paragonate a quelle positive.. Che il mio "post negativo" sarebbe stato troppo breve o forse ridicolo e di poca importanza più che altro. E bisogna sempre capire cosa ha importanza e cosa no. A volte non distinguo bene le due cose.
"A volte il male perseguita il guerriero della luce. Allora, tranquillamente, egli lo invita nella sua tenda.
Domanda al male:"Vuoi fermarti, o usarmi per ferire gli altri?".ll male finge di non sentire. Sostiene di conoscere le tenebre dell'anima del guerriero. Tocca ferite non ancora cicatrizzate, e chiede vendetta. Gli ricorda di essere il solo a conoscere certe trappole e certi veleni che lo aiuteranno a distruggere i nemici.
Il guerriero della luce ascolta. Se il male si distrae, egli lo sprona a riprendere la conversazione , e gli chiede i dettagli di tutti i suoi progetti. Dopo aver ascoltato ogni cosa, si alza e se ne va. Il male ha parlato tanto, è talmente stanco e vuoto che non riuscirà a seguirlo".
Manuale del guerriero della luce, Paulo Coelho.
domenica 30 dicembre 2012
martedì 25 dicembre 2012
Natale a casa mia
Il Natale, per me, a casa mia.. E' un pretesto. Una fantastica scusa per ritrovarsi un giorno e ricordarsi che l'un per l'altro ci siamo tutti i giorni..
A casa mia per Natale non si mangiano i cappelletti perché preferiamo altro, non ci si saluta con i due classici baci sulla guancia all'inizio e alla fine del "ritrovo".
A Natale, a casa mia, si dicono le parolacce.
Si piange ogni tanto, e non ci si veste o ci si trucca come "mai ti truccheresti o vestiresti" in qualsiasi altro giorno dell'anno.
Spesso, a Natale, a casa mia si sta in pigiama.
A Natale dalla porta d'ingresso non entrano i parenti, quelli classici che si vedono una volta ogni 3 mesi o addirittura una volta all'anno.
A Natale, a casa mia, non si nasconde chi si è.. E di solito l'un dell'altro si sanno le debolezze, i difetti e i punti di forza. Non si gioca a "chi ha fatto meglio quest'anno" o a "chi guadagna di più" o a "chi è più in crisi col lavoro".
Natale, a casa mia, è una marea di regalini. Piccoli. Ma fatti col cuore.. Regali che urlano "Hey! Io ti sto donando questa cosina perché mi ha fatto troppo pensare a te. E' costata una cazzata ma quando l'ho vista il tuo volto mi è apparso!".
Non so cosa possano pensare le persone che oggi hanno passato con me questo 25 dicembre. Ma io dico che della mia "famiglia" ne vado un sacco orgogliosa.
E dico "Ogni lasciata è persa" a chi... Pur essendo un parente così vicino a me, ieri si è nascosto dietro l'ipocrisia che lo contraddistingue da sempre. Ma, ieri era ieri. La vigilia... Non è il mio Natale. :)
Auguri!!!
A casa mia per Natale non si mangiano i cappelletti perché preferiamo altro, non ci si saluta con i due classici baci sulla guancia all'inizio e alla fine del "ritrovo".
A Natale, a casa mia, si dicono le parolacce.
Si piange ogni tanto, e non ci si veste o ci si trucca come "mai ti truccheresti o vestiresti" in qualsiasi altro giorno dell'anno.
Spesso, a Natale, a casa mia si sta in pigiama.
A Natale dalla porta d'ingresso non entrano i parenti, quelli classici che si vedono una volta ogni 3 mesi o addirittura una volta all'anno.
A Natale, a casa mia, non si nasconde chi si è.. E di solito l'un dell'altro si sanno le debolezze, i difetti e i punti di forza. Non si gioca a "chi ha fatto meglio quest'anno" o a "chi guadagna di più" o a "chi è più in crisi col lavoro".
Natale, a casa mia, è una marea di regalini. Piccoli. Ma fatti col cuore.. Regali che urlano "Hey! Io ti sto donando questa cosina perché mi ha fatto troppo pensare a te. E' costata una cazzata ma quando l'ho vista il tuo volto mi è apparso!".
Non so cosa possano pensare le persone che oggi hanno passato con me questo 25 dicembre. Ma io dico che della mia "famiglia" ne vado un sacco orgogliosa.
E dico "Ogni lasciata è persa" a chi... Pur essendo un parente così vicino a me, ieri si è nascosto dietro l'ipocrisia che lo contraddistingue da sempre. Ma, ieri era ieri. La vigilia... Non è il mio Natale. :)
Auguri!!!
venerdì 14 dicembre 2012
"Speranza" è una bella festa
Sarà che sono estremamente vulnerabile ultimamente, che ogni minimo insignificante o gigante cambiamento mi sconvolge, a me... A me che adoro e ci sguazzo nei cambiamenti...
Rileggevo i miei buoni propositi per il 2012 e ho pensato che è proprio quel 2012 che sta giungendo al termine...
Il mio passo, che a Milano è accelerato, continua a cambiare di giorno in giorno come se io stessa dovessi cercare un mio ritmo, una mia stabilità (mentale? no quella è già persa da un po').
E' una stabilità, come dire, non dettata dai tempi... E' piuttosto dettata da una sola parte del tempo, quella che comprende la velocità (se esiste un tempo "solo veloce").
E' la velocità delle mie idee, è la velocità con cui voglio portare a termine delle cose, è la velocità con cui "voglio", è l'ansia del tempo che non voglio "buttare", è quell'immediatezza con cui vorrei concludere, arrivare ad un traguardo, portare a termine un obiettivo... E' un concatenarsi di fuoco e docce d'acqua fredda.
E mi sta bene. Perché devo imparare.
Devo imparare che il tempo a volte non va per forza ridotto in questioni di vita o di morte, il tempo non è cibo che ti inietti in vena e in 3 secondi puoi farti fuori antipasto, primo e dolce.
Il tempo è misura. Misura, cazzo che brutta parola.
Equilibrio. Oddio, peggio.. Non ne parliamo.
Insomma, quello che voglio dire è che ho passato il 2012 esattamente come il 2011... Solo che a questo giro ho abitato in un appartamento diverso, in una zona di Milano diversa, e in parte le mie azioni non hanno avuto una mediazione diretta all'istante con qualcuno che mi dicesse "Guarda che non devi farlo per forza", oppure: "Ma non riesci a non fare niente per oggi, rilassarti e far scorrere il tempo normalmente?" Se ci penso sorrido e mi dico meno male che qualcuno abbia almeno provato ad "insegnarmi" queste cose...
Ma, d'altro canto, mi è servito non averle più per imbattermi maggiormente in quella che sia chiama di solito (credo eh..) "vita".
Solo che non sono proprio un "genio della vita"; ovvero, ho capito in questo "grandioso 2012" che io non so analizzare NESSUNA situazione così bene, effettivamente.
Non so se deve spaventarmi o rallegrarmi il fatto che io abbia 22 anni e stia iniziando a "capirmi" appena un po' solo ora.
Ho capito che sono testardissima e finché non mi ci rompo la testa da sola non credo a nessuno (si va beh questo lo sapevano tutti già dal 13 aprile 1990), ma ho anche capito che un po' bisogna che ci credi in quello che fai se no scondisci tutto e fai prima che fa schifo uguale.
Poi ho capito che non è che appena conosci una persona e la trovi affidabile gli puoi fare il resoconto della tua vita e dei tuoi familiari magari spiegandole anche quante volte vanno in bagno i suddetti; ma allo stesso tempo ho intuito che chiudersi e riservarsi in una custodia preziosa e chiusa a chiave non ti fa che marcire.
Ah, ecco, una scoperta megagalattica (e qui mia cugina sarebbe orgogliosa di me.. E penso pure le mie coinquiline...) è che ho finalmente capito che non ci si può innamorare ogni 2 settimane parlando di una persona come di un dio sceso in terra per salvare l'umanità dalle calamità naturali! "No! Erika! Non funziona così, cosa ci scommettiamo..?!".
Le mie solite esagerazioni all'ordine del giorno.
Però è anche vero che non ci si può frenare in tutto e allora un minimo ci si crede e ci si lascia andare... (un po' troppo forse? Esiste anche la terza marcia, non c'è solo la quinta).
Poi? Ah... Sì, è vero.. Il 2012 mi ha insegnato che posso fare qualsiasi sforzo fisico per dimagrire (corsa, trekking estenuante, spinning all'ennesima potenza e altre attività) ma sembra proprio che la mia conformazione fisica non abbia i miei stessi piani e io mi debba dare al digiuno.
Comunque questo punto rimane aperto perché non lo accetto.
E poi quest'anno ho conosciuto e ritrovato persone, persone fantastiche.
Persone che mi hanno fatto a pezzi, che mi hanno ricostruito,
persone che mi hanno deriso e hanno riso con me.
Persone che ci sono sempre state e sono rimaste
Persone che ci sono state e se ne sono andate...
Insomma quelle cose normali che fanno le persone mentre passano e trascorrono il loro tempo sulla terra.. Vivono...
Vivono e a volte urtano con o senza volere. Ma è così che funziona, è così che gira il sistema.
E' per questo che non vedo il motivo di disperarsi... E se ti disperi... Beh, passa di qua. Piangiamo insieme, ci consoliamo e poi torniamo fuori senza far passare troppo tempo, perché chi s'infila le ciabatte e si mette troppo comodo è perduto.
Ecco. Benissimo, mi sono appena accorta di essermi contraddetta come al solito: ho iniziato da "come bisogna andare con calma" e ho concluso dicendo che "chi s'infila le ciabatte è perduto"...
Magari nel 2013 lavoro anche sulla Contraddizione e la Coerenza.. Queste due fanciulle a me sconosciute.
lunedì 3 dicembre 2012
Colori urlati forte e chiaro
Le piacevano i fiori, senza un perché.
Senza un motivo.
Aveva bisogno di vederne le forme, i colori. Non necessariamente doveva sentirne il profumo o toccarli.
No, quello no. Mica aveva il pollice verde o la passione per gli aromi dolciastri che quei boccioli sprigionavano!
Le bastavano così. Attaccati ad un prato o spiaccicati su un foglio.
Non aveva importanza.
Pretendeva solo di percepirne l'esistenza.
Ne raccoglieva a valanghe, uno per uno. Si riempiva gli occhi di cascate di blu, giallo, viola, rosso, fucsia...
Ma fuori discussione tenerli in casa.
Cosa se ne faceva?
"I fiori sono belli subito e ogni tanto, non dopo un po'... E se li tieni lì marciscono. Non possono mica muoversi!.. Sai come gli esseri umani quando stanno fermi e non vanno avanti... Si indeboliscono e cadono da una parte", diceva.
Le piacevano i fiori perché così tanti colori in un'unica "cosuccia" creata dalla natura non si vedevano tutti i giorni.
"Il mare è blu, i prati verdi.. E, sì, è vero che hanno mille e mille sfumature, ma non puoi aspettare minuto dopo minuto per vederne ogni gradazione. I fiori ti sbattono in faccia quello che sono dalla mattina alla sera..
Sai, come alcuni esseri umani non riescono proprio a fare.
Continuano a cambiare colore, sempre e sempre, e poi va a finire che non ci capisci più niente... Io ci ho provato eh, ho provato ad aspettare il colore del mare. Ho buttato via la viola che avevo in mano e mi son detta di essere meno impaziente e giudiziosa.
Mi sono seduta laggiù e intanto che contavo le onde, aspettavo l'orario in cui il mare si calma e diventa trasparente. Così trasparente che ci puoi vedere dentro i pesci talmente non ha sfumature.
Solo che è rimasto in quello stato per pochissimo tempo, e poi è tornato mosso. Allora ho ripreso in mano la violetta che era ancora intatta, e ho deciso di raccoglierne un mazzo... Una valanga di viole diverse l'una dall'altra ma ognuna di una tonalità forte e chiara.
Forte e chiara come la voce usata quando vuoi qualcosa
come la verità, come quando ci tieni, come quando ti arrabbi e poi ridi, come quando piangi e poi ti nascondi e come quando sei felice e non ti trattieni", diceva..
martedì 27 novembre 2012
Come vivere meglio step by step
- Corri piano
- Buttati con i piedi per terra
- Esponiti "indietro"
- Fidati controllando
- Credi dubitando
- Parla di ciò che non ti riguarda
- Leggi al telefono
- Piangi di nascosto
- Fatti coinvolgere in modo "platonico"
- Ama pianificando
- Viaggia lavorando
- Sii discreto e riservato
- Pensa, prima
- Confessa, dopo
- Fai l'amore sempre al buio
- Nascondi il tuo passato o dì soltanto le cose irrilevanti
- Stai sempre "su da dosso" (sulle tue)
- Chiedi offrendo
- Regala cose, mai emozioni
- Unisciti con le distanze
Ora me ne sono venuti in mente solo venti di "passi" per rendere la vita meno coinvolgente e più vera. Sono sicura che imparerò.
Prometto che studio e mi applico.
domenica 25 novembre 2012
Fiumi in piena che non straripano
Quando non ti è nemmeno data la possibilità di bagnare leggermente un argine e vorresti allagare una città intera.
Quando ti chiedono un goccio di vino e tu ne vorresti versare mezzo bicchiere.
Quando "E' meglio che ci vai piano" in tutte le cose, mentre stavi già per mettere in quinta.
Quando la parola metà e mezzo sono le scelte migliori e non sai nemmeno cosa vogliono dire.
Quando sei in anticipo e puoi prenderla con calma, ma stavi già correndo per non perderti nemmeno un'assaggio d'attesa.
Quando inviti un sacco di gente a cena e non sai ancora se hai abbastanza sedie per tutti.
Quando hai poco tempo e non riesci a stare a dietro a due impegni e dici "sì" al terzo lo stesso.
Quando devi risparmiare ma non riesci proprio a non pensare "Qualcosa più, qualcosa in meno sono comunque al verde".
Quando nessuno ti ha chiesto nulla, ma vuoi comunque precisare la situazione.
Quando sei stanco che stai crollando ma non riesci e non vuoi dire "No".
I fiumi in piena non possono fare niente se non è concesso loro di "uscire". Lasciarli nel loro scorrere monotono e rallentato è la cosa più inutile che si possa fare. E' come darli per scontati. Diventano come quegli artisti mai scoperti perché figli di nessuno. Diventano poco interessanti.
Io mi sento come un fiume del genere. Qualcosa che se non vuoi scoprire è meglio che fermi subito; è meglio che lo fai tacere, che lo fai prosciugare e ritirarsi.
Quando ti chiedono un goccio di vino e tu ne vorresti versare mezzo bicchiere.
Quando "E' meglio che ci vai piano" in tutte le cose, mentre stavi già per mettere in quinta.
Quando la parola metà e mezzo sono le scelte migliori e non sai nemmeno cosa vogliono dire.
Quando sei in anticipo e puoi prenderla con calma, ma stavi già correndo per non perderti nemmeno un'assaggio d'attesa.
Quando inviti un sacco di gente a cena e non sai ancora se hai abbastanza sedie per tutti.
Quando hai poco tempo e non riesci a stare a dietro a due impegni e dici "sì" al terzo lo stesso.
Quando devi risparmiare ma non riesci proprio a non pensare "Qualcosa più, qualcosa in meno sono comunque al verde".
Quando nessuno ti ha chiesto nulla, ma vuoi comunque precisare la situazione.
Quando sei stanco che stai crollando ma non riesci e non vuoi dire "No".
I fiumi in piena non possono fare niente se non è concesso loro di "uscire". Lasciarli nel loro scorrere monotono e rallentato è la cosa più inutile che si possa fare. E' come darli per scontati. Diventano come quegli artisti mai scoperti perché figli di nessuno. Diventano poco interessanti.
Io mi sento come un fiume del genere. Qualcosa che se non vuoi scoprire è meglio che fermi subito; è meglio che lo fai tacere, che lo fai prosciugare e ritirarsi.
giovedì 8 novembre 2012
Autentico
"Devi piangere, devi urlare, devi sfogarti... Serve tutto a riequilibrarsi" mi han detto oggi.
E io lo faccio. Anche troppo e volentieri. Forse senza riservatezza e pubblicamente.. Come adesso. Come sempre. Ed è vero. Mi serve.
Fidarsi, cosa vuol dire fidarsi? Io non mi fido quasi di nessuno ma se lo faccio poi è la fine perché io non risparmio, non risparmio in dose di affetto che posso dare o di attenzioni.. O in rompimento di coglioni (la più plausibile fra le tutte).
Fidarsi può essere l'equivalente di "dare"? In fondo, si dà a chi pensiamo davvero meriti secondo noi... Il problema è che poi vai avanti, conosci di più delle persone e ti "ingarbugliano" il cervello. Perché fondamentalmente è questo che fanno.
Le persone sono "sottili", molto sottili ma fatte di mille strati, spesse e pesanti come rocce... Tutte le sfumature che devi conoscere prima di arrivare alla loro essenza sono di miliardi di tonalità, e devi per forza passare anche da quelle più scure per scoprirne le chiare.
Io non so con certe persone che giro ho fatto.
A volte mi ci sono proprio persa in mezzo a tutte 'ste luci e ombre. Ci ho fatto su un casino, castelli buttati in aria, distrutti e talvolta incendiati al primo sgarro... Perché sono così. Dopo non mi fido più. E inizio a non fidarmi più da prima. Prima che succeda qualcosa mi accorgo di cambiamenti, cambiamenti che in realtà non sono... Sono atteggiamenti che noto solo dopo anni e allora mi sento scema e mi chiedo "ok.. Ma quindi come sei? Chi sei per davvero?". Quando inizio a farmi queste domande non aspetto nemmeno le risposte perché certe domande danno per scontato che ci siano già di mezzo delle tattiche in quello che l'altro sta facendo..
E io mi sono stancata delle tattiche. Mi sono stancata di chi deve sembrare qualcosa o qualcuno per sentirsi più forte.
Autentico.. E' così difficile esserlo? Senza dover gareggiare l'uno contro l'altro, senza dover scattare e correre per vedere chi è più veloce e forte. Senza pensare "Ci rimarrò peggio io o lui/lei?".
La gente ha timori ha paure. Io non ci credo che sono l'unica... A volte il mondo mi terrorizza ma cerco di guardarlo ridendo... Però lo ammetto: non posso essere sempre forte. Non ci riesco. E se mi va di non riuscirci anche quando si tratta di una minima cazzata, non mi va. E vorrei che la gente in quel momento smettesse di vedere tutto il "peso" che mi sento addosso come qualcosa di facile e leggero perché anche se lo è, in quel determinato momento non voglio che lo sia o non mi sento che lo sia.
Quanto scritto sopra non c'entrava più niente col discorso delle persone ma okay tanto qua si tratta solo di pensieri buttati insieme a scopo di niente.
Comunque... Una volta mi hanno dedicato Heart of gold di Neil Young e io mi sono arrabbiatissima perché questo dice che sta ancora cercando nella speranza di trovare un "cuore d'oro".. E quindi io (nel mio totale pessimismo) mi sono sentita la parte mancante della canzone perché secondo la mia testa io non ero niente di quello che si stava cercando... Mi è venuta in mente questa cosa perché voglio ri-dedicarla, e ri-dedicandola a chi se la merita (chi vive senza sotterfugi, senza tattiche) specificherei di "non ascoltare ogni singola parola del testo" perché quello che voglio dire sta in superficie. Senza strati, senza ombre, senza meccanismi e congegni strani...
Prendetene solo il meglio:
E anche se stasera mi sento così... So benissimo di averne trovati milioni di questi cuori...
E io lo faccio. Anche troppo e volentieri. Forse senza riservatezza e pubblicamente.. Come adesso. Come sempre. Ed è vero. Mi serve.
Fidarsi, cosa vuol dire fidarsi? Io non mi fido quasi di nessuno ma se lo faccio poi è la fine perché io non risparmio, non risparmio in dose di affetto che posso dare o di attenzioni.. O in rompimento di coglioni (la più plausibile fra le tutte).
Fidarsi può essere l'equivalente di "dare"? In fondo, si dà a chi pensiamo davvero meriti secondo noi... Il problema è che poi vai avanti, conosci di più delle persone e ti "ingarbugliano" il cervello. Perché fondamentalmente è questo che fanno.
Le persone sono "sottili", molto sottili ma fatte di mille strati, spesse e pesanti come rocce... Tutte le sfumature che devi conoscere prima di arrivare alla loro essenza sono di miliardi di tonalità, e devi per forza passare anche da quelle più scure per scoprirne le chiare.
Io non so con certe persone che giro ho fatto.
A volte mi ci sono proprio persa in mezzo a tutte 'ste luci e ombre. Ci ho fatto su un casino, castelli buttati in aria, distrutti e talvolta incendiati al primo sgarro... Perché sono così. Dopo non mi fido più. E inizio a non fidarmi più da prima. Prima che succeda qualcosa mi accorgo di cambiamenti, cambiamenti che in realtà non sono... Sono atteggiamenti che noto solo dopo anni e allora mi sento scema e mi chiedo "ok.. Ma quindi come sei? Chi sei per davvero?". Quando inizio a farmi queste domande non aspetto nemmeno le risposte perché certe domande danno per scontato che ci siano già di mezzo delle tattiche in quello che l'altro sta facendo..
E io mi sono stancata delle tattiche. Mi sono stancata di chi deve sembrare qualcosa o qualcuno per sentirsi più forte.
Autentico.. E' così difficile esserlo? Senza dover gareggiare l'uno contro l'altro, senza dover scattare e correre per vedere chi è più veloce e forte. Senza pensare "Ci rimarrò peggio io o lui/lei?".
La gente ha timori ha paure. Io non ci credo che sono l'unica... A volte il mondo mi terrorizza ma cerco di guardarlo ridendo... Però lo ammetto: non posso essere sempre forte. Non ci riesco. E se mi va di non riuscirci anche quando si tratta di una minima cazzata, non mi va. E vorrei che la gente in quel momento smettesse di vedere tutto il "peso" che mi sento addosso come qualcosa di facile e leggero perché anche se lo è, in quel determinato momento non voglio che lo sia o non mi sento che lo sia.
Quanto scritto sopra non c'entrava più niente col discorso delle persone ma okay tanto qua si tratta solo di pensieri buttati insieme a scopo di niente.
Comunque... Una volta mi hanno dedicato Heart of gold di Neil Young e io mi sono arrabbiatissima perché questo dice che sta ancora cercando nella speranza di trovare un "cuore d'oro".. E quindi io (nel mio totale pessimismo) mi sono sentita la parte mancante della canzone perché secondo la mia testa io non ero niente di quello che si stava cercando... Mi è venuta in mente questa cosa perché voglio ri-dedicarla, e ri-dedicandola a chi se la merita (chi vive senza sotterfugi, senza tattiche) specificherei di "non ascoltare ogni singola parola del testo" perché quello che voglio dire sta in superficie. Senza strati, senza ombre, senza meccanismi e congegni strani...
Prendetene solo il meglio:
E anche se stasera mi sento così... So benissimo di averne trovati milioni di questi cuori...
lunedì 29 ottobre 2012
Tattiche per dare un valore alla propria vita
Ho sempre detto che le persone danno diverse sensazioni "a pelle", appena le vedi.. Nel giro di pochi secondi e minuti puoi farti un'idea di una persona che verrà poi plasmata o modificata nel tempo a seconda del livello di "conoscenza" e del livello di "simpatia" che può trasmettere oppure no. Ovviamente tutto ciò è soggettivo. Ma non è soggettivo cosa una persona non potrà mai trasmettere perché gli manca un elemento POSITIVO ben preciso: ovvero la "genuinità", se vogliamo metterla giù all'antica.
La genuinità di una persona non dimostra che questa possa essere stronza o meno. Una persona può essere GENUINAMENTE stronza, a ciel sereno... Mentre qualcun altro può essere GENUINAMENTE idiota e offensivo senza rendersene conto. Altri, tanto per fare esempi, possono dimostrarsi e comportarsi da GENUINAMENTE spacca palle, invidiosi, possessivi, gelosi, insicuri, testardi, malfidenti, bugiardi, sinceri, umili, vili, approfittatori, imbecilli, troie, ambiziosi, tamarri, falliti... Insomma tutti possono essere GENUINAMENTE qualcosa, qualcuno.. Anche un oggetto.
Quello che non ci sta proprio in questa genuinità sono le tattiche, le tattiche per rendere forte il proprio "io". Le tattiche e l'esibizionismo con le quali certi soggetti NON genuini cercano di conquistarsi la simpatia altrui o solamente l'angoscia, l'ansia o lo sfinimento. Le tattiche sono subdole. stupide. Sono insensate e controproducenti.
... Ma... Gonfiano l'ego di queste persone che si sfamano con l'insicurezza degli altri. E' facile campare così tutta una vita senza che nessuno te la metta nel culo. Poi, però, quando arriva e non hai pronta nessuna tattica per parartelo... Fa male.
La genuinità di una persona non dimostra che questa possa essere stronza o meno. Una persona può essere GENUINAMENTE stronza, a ciel sereno... Mentre qualcun altro può essere GENUINAMENTE idiota e offensivo senza rendersene conto. Altri, tanto per fare esempi, possono dimostrarsi e comportarsi da GENUINAMENTE spacca palle, invidiosi, possessivi, gelosi, insicuri, testardi, malfidenti, bugiardi, sinceri, umili, vili, approfittatori, imbecilli, troie, ambiziosi, tamarri, falliti... Insomma tutti possono essere GENUINAMENTE qualcosa, qualcuno.. Anche un oggetto.
Quello che non ci sta proprio in questa genuinità sono le tattiche, le tattiche per rendere forte il proprio "io". Le tattiche e l'esibizionismo con le quali certi soggetti NON genuini cercano di conquistarsi la simpatia altrui o solamente l'angoscia, l'ansia o lo sfinimento. Le tattiche sono subdole. stupide. Sono insensate e controproducenti.
... Ma... Gonfiano l'ego di queste persone che si sfamano con l'insicurezza degli altri. E' facile campare così tutta una vita senza che nessuno te la metta nel culo. Poi, però, quando arriva e non hai pronta nessuna tattica per parartelo... Fa male.
sabato 20 ottobre 2012
Dalle 3.00 di notte. In poi.
A volte, torno a casa con fiumi di parole in mente che potrei letteralmente buttare nero su bianco senza nemmeno pensare a cosa sto scrivendo... Altre sere, invece, come in questo momento, solamente dire "la tisana che ho comprato oggi, diversa da quella precedente, fa veramente schifo" è un problema.
Molto probabilmente quattro anni fa avrei trovato la mia amica S. online alla quale poter spaccare le palle infinitamente con le mie riflessioni distorte e annebbiate su problemi inesistenti, ma lei purtroppo non ci può più essere.
Sicuramente tre anni fa sarei stata sul balcone della Fra a fumare di nascosto bevendo vino scarso in calici di vetro, parlando di come sarebbe stato il nostro futuro convivendo insieme in una casa inventata, dopo l'esame di maturità. Saremmo state ubriache. In casa. Ballando da sole.
Ma lei ora... Forse non sta dormendo, a "causa" della sua piccola stupenda bambina che le ha regalato un'altra forma di sogno immenso e molto più impegnativo dei "nostri progetti"... Fatti fumando sigarette e bevendo vino.
Forse, un anno fa, a quest'ora, sarei stata già a letto dopo una serata all'Irish Pub con la V., che con estrema pacatezza e calma riusciva a non farmi mai sentire squallida nonostante gli errori che stavo per commettere o che avevo già commesso. La sua gentilezza disarmante e la sua tranquillità sarebbero ancora molto meglio delle parole che potrei usare per descrivere "gentilezza" e "tranquillità".
Adesso lei, starà dormendo... Chissà se ancora incazzata con me.
Sei mesi fa, (credo), L. mi avrebbe proposto una cena al giapponese per dimenticare il periodaccio e il cambiamento che stavo affrontando...
Ma L. ora è in un luogo nel mondo all'opposto di dove sono io e credo che sia nel pieno della sua giornata lavorativa.
Tre mesi fa E., magari/se (anzi no.. non penso proprio), mi avesse sentita rientrare in casa sarebbe venuta di qua con me in cucina a bere la tisana e chiacchierare come se fosse normale alle 3.40 di notte mettersi in cucina e parlare... Ma lei ora non vive più qui e starà già sognando camicie bianche e occhi azzurri...
Due mesi fa, io e mia cugina L. saremmo state in un b&b di Marina di Ravenna a bere un litro di acqua, dopo una piadina favolosa, per farci passare le sbronze da 6 cocktail a testa... Vivendo l'estate più bella di sempre.
Ma adesso lei è nel pieno di una serata parigina suppongo.
Un mese fa, sarei rientrata dopo una serata passata con amici, dimenticando e lasciando perdere frasi inutili, dette dal Nessuno della situazione. "Sberle" che si cancellano con una cena all'indiano e qualche bicchiere di vino... Talmente sono importanti.
... Finalmente mi è venuta sonno ( e io dico venutA sonno perché per me LA SONNO è femminile, okay?).
Molto probabilmente quattro anni fa avrei trovato la mia amica S. online alla quale poter spaccare le palle infinitamente con le mie riflessioni distorte e annebbiate su problemi inesistenti, ma lei purtroppo non ci può più essere.
Sicuramente tre anni fa sarei stata sul balcone della Fra a fumare di nascosto bevendo vino scarso in calici di vetro, parlando di come sarebbe stato il nostro futuro convivendo insieme in una casa inventata, dopo l'esame di maturità. Saremmo state ubriache. In casa. Ballando da sole.
Ma lei ora... Forse non sta dormendo, a "causa" della sua piccola stupenda bambina che le ha regalato un'altra forma di sogno immenso e molto più impegnativo dei "nostri progetti"... Fatti fumando sigarette e bevendo vino.
Forse, un anno fa, a quest'ora, sarei stata già a letto dopo una serata all'Irish Pub con la V., che con estrema pacatezza e calma riusciva a non farmi mai sentire squallida nonostante gli errori che stavo per commettere o che avevo già commesso. La sua gentilezza disarmante e la sua tranquillità sarebbero ancora molto meglio delle parole che potrei usare per descrivere "gentilezza" e "tranquillità".
Adesso lei, starà dormendo... Chissà se ancora incazzata con me.
Sei mesi fa, (credo), L. mi avrebbe proposto una cena al giapponese per dimenticare il periodaccio e il cambiamento che stavo affrontando...
Ma L. ora è in un luogo nel mondo all'opposto di dove sono io e credo che sia nel pieno della sua giornata lavorativa.
Tre mesi fa E., magari/se (anzi no.. non penso proprio), mi avesse sentita rientrare in casa sarebbe venuta di qua con me in cucina a bere la tisana e chiacchierare come se fosse normale alle 3.40 di notte mettersi in cucina e parlare... Ma lei ora non vive più qui e starà già sognando camicie bianche e occhi azzurri...
Due mesi fa, io e mia cugina L. saremmo state in un b&b di Marina di Ravenna a bere un litro di acqua, dopo una piadina favolosa, per farci passare le sbronze da 6 cocktail a testa... Vivendo l'estate più bella di sempre.
Ma adesso lei è nel pieno di una serata parigina suppongo.
Un mese fa, sarei rientrata dopo una serata passata con amici, dimenticando e lasciando perdere frasi inutili, dette dal Nessuno della situazione. "Sberle" che si cancellano con una cena all'indiano e qualche bicchiere di vino... Talmente sono importanti.
... Finalmente mi è venuta sonno ( e io dico venutA sonno perché per me LA SONNO è femminile, okay?).
sabato 13 ottobre 2012
Una "mano" di colore
In casa c'è il pittore che sta cercando di coprire delle macchie sul muro della stanza della mia coinquilina, che si sono formate a causa di un'infiltrazione d'acqua un po' di tempo fa.
E' da stamattina, quando è arrivato, che mi sembra un po' insicuro e continua a chiedermi indirettamente dei pareri facendomi notare che con qualche "mano" di colore in più gli aloni spariranno completamente, però serve tempo. Serve tempo perché quando si stende la prima mano la pittura sembra coprire all'istante quell'alone ma, pian piano che si asciuga, riaffiora quasi come se non fosse stato fatto nulla per coprirlo.
Il pittore mi ha spiegato che è normale, che ci vogliono ancora diverse "passate" di colore perché quegli aloni non sono facili da coprire.
E' un po' frustrante, credo. Passare e ripassare su delle cose che si vogliono cancellare... Però... Mi ha detto anche che il "lavoro migliore da fare" sarebbe imbiancare tutta la stanza e poi ridipingerla completamente.
Forse perché in fondo nulla si cancella, si può solo cambiare. E il cambiamento è una delle cose più stupende e terrificanti allo stesso tempo.
Imbianchi un periodo di tempo. Lo dipingi, lo disegni. Cambi idea. Ci passi su una "mano di colore"e vai avanti.
Capita anche di scegliere un colore sbagliato e questo può ferire.
Ferisce come le macchie che non si coprono, e allora ri-imbianchi il tutto
e inizi a dipingere ancora, disegnando le pareti della tua vita. Una dopo l'altra possono diventare un bellissimo quadro.. Anche senza essere artisti.
Certo bisogna non risparmiare sul colore. Perché se stai lì a misurarne ogni singola "goccia" e "punta" allora tanto vale che disegni in bianco e nero.
... Comunque avevo iniziato a scrivere questo post senzaSENSO con l'intenzione di dire che "Il pittore non avrebbe dovuto chiedermi un parere"... Perché io non so fare nulla di tutto ciò.
E' da stamattina, quando è arrivato, che mi sembra un po' insicuro e continua a chiedermi indirettamente dei pareri facendomi notare che con qualche "mano" di colore in più gli aloni spariranno completamente, però serve tempo. Serve tempo perché quando si stende la prima mano la pittura sembra coprire all'istante quell'alone ma, pian piano che si asciuga, riaffiora quasi come se non fosse stato fatto nulla per coprirlo.
Il pittore mi ha spiegato che è normale, che ci vogliono ancora diverse "passate" di colore perché quegli aloni non sono facili da coprire.
E' un po' frustrante, credo. Passare e ripassare su delle cose che si vogliono cancellare... Però... Mi ha detto anche che il "lavoro migliore da fare" sarebbe imbiancare tutta la stanza e poi ridipingerla completamente.
Forse perché in fondo nulla si cancella, si può solo cambiare. E il cambiamento è una delle cose più stupende e terrificanti allo stesso tempo.
Imbianchi un periodo di tempo. Lo dipingi, lo disegni. Cambi idea. Ci passi su una "mano di colore"e vai avanti.
Capita anche di scegliere un colore sbagliato e questo può ferire.
Ferisce come le macchie che non si coprono, e allora ri-imbianchi il tutto
e inizi a dipingere ancora, disegnando le pareti della tua vita. Una dopo l'altra possono diventare un bellissimo quadro.. Anche senza essere artisti.
Certo bisogna non risparmiare sul colore. Perché se stai lì a misurarne ogni singola "goccia" e "punta" allora tanto vale che disegni in bianco e nero.
... Comunque avevo iniziato a scrivere questo post senzaSENSO con l'intenzione di dire che "Il pittore non avrebbe dovuto chiedermi un parere"... Perché io non so fare nulla di tutto ciò.
domenica 30 settembre 2012
Basta Settembre
Basta, significato:
1- Si usa per richiamare all'ordine qualcuno o chiedere la fine di qualcosa.; talvolta è seguita da una specificazione (che può anche essere introdotta da con)
2- Assol. e isolata da pause, precede una conclusione
E' dal primo settembre che dico basta a settembre, ma qua sembra non smettere niente e continuare... tutto. O almeno tutto quello che cerco di far star fermo.
Cammino e non mi muovo e se avanzo di 5 centimetri c'è quel giorno che mi blocca e mi fa tornare indietro. Non mi sono mai piaciuti i giochi di società, eppure mi sembra di essere nel bel mezzo di un labirinto, di un percorso dove non posso nemmeno distrarmi comprando un hotel con i soldi del Monopoli o avere un bonus e superare non so quante caselle con il Gioco dell'Oca.
E' come quello che faccio ogni giorno: lavoro per restare alla fine del mese senza soldi, senza nemmeno un risparmio, addirittura considerandomi fortunata perché lavoro..
Lo so che sono troppo impulsiva e impaziente in tutto. Però che palle. Sono stanca, esausta, di aspettare che qualcosa vada meglio.
Vorrei solo che qualcuno dicesse: "Hey, sai benissimo che stai male per niente, sai benissimo che le tue lamentele sono solo cazzate e che esistono cose talmente gravi che non hai nemmeno idea di come si possa stare male sul serio... Però se questo ti può fare star meglio, nelle tue inutili motivazioni, sappi che io ci sono e ti capisco benissimo."
domenica 23 settembre 2012
Disincanto incantevole
Ci sono parole, frasi e toni che trapassano il cuore sfiorando l'anima.
Non importa il metodo con cui vengono detti, emessi o pronunciati.
Sono sempre e comunque suoni scagliati o piantati o sparati.
Ci sono lettere che somigliano a trapani e sillabe che tagliano la mente come lame.
Ci sono affermazioni e confessioni che sono bastonate date da chi non si rende conto della propria forza, e ci sono verità che ti soffocano senza bisogno di mare intorno.
Ma la cosa più assurda è stare ad ascoltare questi colpi e subirli uno dopo l'altro, senza rendersi conto sul momento che quel dolore, quel pesantissimo dolore al cuore, alla testa... E' il male causato da una piuma che cadendo e volteggiando, quasi bella, bianca e leggera... sta comunque inesorabilmente precipitando al suolo.
Non importa il metodo con cui vengono detti, emessi o pronunciati.
Sono sempre e comunque suoni scagliati o piantati o sparati.
Ci sono lettere che somigliano a trapani e sillabe che tagliano la mente come lame.
Ci sono affermazioni e confessioni che sono bastonate date da chi non si rende conto della propria forza, e ci sono verità che ti soffocano senza bisogno di mare intorno.
Ma la cosa più assurda è stare ad ascoltare questi colpi e subirli uno dopo l'altro, senza rendersi conto sul momento che quel dolore, quel pesantissimo dolore al cuore, alla testa... E' il male causato da una piuma che cadendo e volteggiando, quasi bella, bianca e leggera... sta comunque inesorabilmente precipitando al suolo.
giovedì 30 agosto 2012
Fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale
Penso che si... Non ci sia altra spiegazione: a periodi di follia, gioia estrema e libera coscienza si alternino delle "musate" per terra neanche da credere. Precipitare senza paracadute è forse più appropriato...
E' la sensazione di avere "fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale", perché forse è quello il problema. E' lo spazio intorno a me che non s'allarga mentre io vorrei altro e ancora... O forse è solo perché, davvero, ancora non so stare bene sola con me stessa? E che palle con questa storia dello stare soli con se stessi; direi di averlo imparato...
Ballo da sola.
Cammino da sola.
Corro da sola.
Dormo da sola.
Ceno da sola..
Cos'altro dovrei fare? Per me questo è già abbastanza, la mia prova dello stare bene con me stessa "da sola" l'ho superata.
Allora cos'ho? Cos'è che mi manca? Vorrei fare qualcosa.. E' che non so di cosa si tratta. Allo stesso tempo vorrei essere qui e lì.
A volte sembra che la mia vita cambi in un momento. Se ieri ero al massimo delle mie abilità, oggi potrei chiudermi in una scatola (molto grande) e sotterrarmi che nessuno se ne renderebbe conto.
Spero si tratti solo di depressione da rientro delle vacanze un po' in ritardo.
Spero che tutto questo sia dovuto dal fatto che non corro da più di 10 giorni e le mie endorfine sono andate a fanculo dall'ultima nuotata in mare.
Ma, alla fine, se ci penso... A me piace ballare da sola ogni tanto..
E' la sensazione di avere "fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale", perché forse è quello il problema. E' lo spazio intorno a me che non s'allarga mentre io vorrei altro e ancora... O forse è solo perché, davvero, ancora non so stare bene sola con me stessa? E che palle con questa storia dello stare soli con se stessi; direi di averlo imparato...
Ballo da sola.
Cammino da sola.
Corro da sola.
Dormo da sola.
Ceno da sola..
Cos'altro dovrei fare? Per me questo è già abbastanza, la mia prova dello stare bene con me stessa "da sola" l'ho superata.
Allora cos'ho? Cos'è che mi manca? Vorrei fare qualcosa.. E' che non so di cosa si tratta. Allo stesso tempo vorrei essere qui e lì.
A volte sembra che la mia vita cambi in un momento. Se ieri ero al massimo delle mie abilità, oggi potrei chiudermi in una scatola (molto grande) e sotterrarmi che nessuno se ne renderebbe conto.
Spero si tratti solo di depressione da rientro delle vacanze un po' in ritardo.
Spero che tutto questo sia dovuto dal fatto che non corro da più di 10 giorni e le mie endorfine sono andate a fanculo dall'ultima nuotata in mare.
Ma, alla fine, se ci penso... A me piace ballare da sola ogni tanto..
domenica 29 luglio 2012
48 ore di Berlino
A tratti sudicia, ordinata, troppo grande e pretenziosa. Se penso a Berlino in un istante mi vengono in mente questi aggettivi; se ci penso ancora un po' posso dire che è anche "visionaria", polverosa e aggressiva... Se vado avanti e penso ancora non potrei far stare tutti gli aggettivi che ho in mente in un foglio di word.
Berlino è la città che può aprire mentalmente qualsiasi ottuso, è la forma estrema del "non so cosa voglio" ma continuo a cercare e a credere nel futuro. E' una grande vittoria che si trascina dietro numerose disfatte. E' un covo di artisti e imitatori dell'arte.
Se penso a Berlino, ora, dopo poche ore di ritorno dal mio brevissimo weekend... Penso a delle gru. Gru che invadono la città, in continua trasformazione. Se penso ai tratti che ho percorso mi vengono in mente distese di sabbia e cemento alternate a colossi storici. Mi vengono in mente parallelepipedi e cupole d'oro; punte di ghiaccio e gotici ponti.
Tutto questo, però, non è Berlino: è la sua copertura. E' la stoffa che avvolge una città fatta essenzialmente dalle persone che la abitano. Berlino è di tutti. Ho visto gente che non ha paura di niente. Look estremi e passioni contorcersi in un unico ambiente... Sempre buio.
Ma ciò che più mi ha strappato anima e corpo di questa città è la Berlino est, il quartiere di Friedrichshain. Si è vero ci sono stata solamente 2 notti ma voglio credere che questa è la Berlino vera, quella che ho visto io e resisterà anche in mezzo a mille e mille gru di tutti i colori.
Non è vero che questa città è "bella". Questa città è rara e ha un potere immenso, quello di ampliare le menti... Il problema è che c'è qualcosa che Berlino vorrebbe coprire ma non può, vorrebbe modificare ma non ne è in grado. Sarà la lingua, saranno gli occhi delle persone... Berlino ha qualcosa di tetro che ti accompagna ovunque tu vada.
Non so se ci vivrei onestamente, ma sono sicura che avrei molto da imparare da Lei.
E anche se la mia ultima visione è stata quella di un gruppo di ragazzi che sniffava proprio mentre aspettavo la mitica Uban a Warschauer Str. devo dire che Berlino l'ho amata e temuta nel migliore dei modi anche se non sono riuscita in così poco tempo a tuffarmici completamente dentro.
Berlino è la città che può aprire mentalmente qualsiasi ottuso, è la forma estrema del "non so cosa voglio" ma continuo a cercare e a credere nel futuro. E' una grande vittoria che si trascina dietro numerose disfatte. E' un covo di artisti e imitatori dell'arte.
Se penso a Berlino, ora, dopo poche ore di ritorno dal mio brevissimo weekend... Penso a delle gru. Gru che invadono la città, in continua trasformazione. Se penso ai tratti che ho percorso mi vengono in mente distese di sabbia e cemento alternate a colossi storici. Mi vengono in mente parallelepipedi e cupole d'oro; punte di ghiaccio e gotici ponti.
Tutto questo, però, non è Berlino: è la sua copertura. E' la stoffa che avvolge una città fatta essenzialmente dalle persone che la abitano. Berlino è di tutti. Ho visto gente che non ha paura di niente. Look estremi e passioni contorcersi in un unico ambiente... Sempre buio.
Ma ciò che più mi ha strappato anima e corpo di questa città è la Berlino est, il quartiere di Friedrichshain. Si è vero ci sono stata solamente 2 notti ma voglio credere che questa è la Berlino vera, quella che ho visto io e resisterà anche in mezzo a mille e mille gru di tutti i colori.
Non è vero che questa città è "bella". Questa città è rara e ha un potere immenso, quello di ampliare le menti... Il problema è che c'è qualcosa che Berlino vorrebbe coprire ma non può, vorrebbe modificare ma non ne è in grado. Sarà la lingua, saranno gli occhi delle persone... Berlino ha qualcosa di tetro che ti accompagna ovunque tu vada.
Non so se ci vivrei onestamente, ma sono sicura che avrei molto da imparare da Lei.
E anche se la mia ultima visione è stata quella di un gruppo di ragazzi che sniffava proprio mentre aspettavo la mitica Uban a Warschauer Str. devo dire che Berlino l'ho amata e temuta nel migliore dei modi anche se non sono riuscita in così poco tempo a tuffarmici completamente dentro.
martedì 24 luglio 2012
Come Let go
Scrivo su questo blog quasi sempre solo e soltanto quando mi sento un po' giù... Penso che necessiti di un post "felice"... E in questi giorni, non so come, posso dire di essere più che felice. Adrenalinica. Un po' come quando corri un sacco e quando ti fermi sai che potresti fare qualsiasi cosa.. Perché non sei stanco. Perché, come un drogato, cerchi ancora energia.
Sono felice. Sono contenta. Mi sento bene. E lo scrivo, lo dico... E magari mi porterà pure sfiga ma ogni tanto condividere è necessario. Anche quando non si tratta di malinconia o nostalgia.
Sono felice... A volte basta così poco e ti rendi conto che le supposizioni, i viaggi che ti sei fatta nella tua testa 3 settimane prima erano cazzate colossali. E sono felice.
Sono felice perché conosco gente stupenda. Alcuni da poco, altri da un anno o qualche mese e altri ancora non li conosco nemmeno ma sento energia positiva.
Sono felice perché riempiono la vita... E non potrei chiedere di meglio perché di meglio non c'è.
Sono felice. Stasera va così.
Buonanotte
lunedì 16 luglio 2012
Dear Steps
Cara Stefi,
Stasera va così. Sono passati un anno e sette mesi e provo a scriverti un pensiero che sta dentro di me, nella famosa "settima stanza" del mio cuore. Perché pubblicamente?... Perché la gente si preoccupa troppo di ciò che prova. Non esprime. Non parla. Non scrive.. La gente si ammala. Si ammala di tragitti pianificati che percorre senza sosta fingendo di andare ad intuito, ad "istinto"... Quando invece la sostanza è tutta un'altra cosa. L'istinto, quello vero, sta dove non si fa in tempo a mettere d'accordo cuore e cervello, dove minimizzare o massimizzare non ha alcun senso e tutto nasce per impeto, impatto...
Tu lo sai bene. Perché tu eri tutt'altro che "programmata" ad agire in certi modi. Tu sei sempre andata ad intuito e devo dire che, se ci penso adesso... Ok, avrai avuto le tue difficoltà... ma alla fine hai sempre ottenuto il meglio.
Perché il meglio è quello che ognuno deve pretendere e tu non te lo sei mai lasciata sfuggire, nemmeno a 18, 19 e vent'anni quando le cose che accadono sembrano irrilevanti ad occhi adulti e tremendamente giganti a ragazzini di 6 anni.
Ma l'età non conta, è un numero.
Sai, dicono e ho sempre detto anche io che non bisogna mai pentirsi delle cose fatte in passato... O meglio... Tutto ciò che succede fa crescere, fortifica; ma ti dico anche che alcune cose succedono e non servono proprio a un cazzo.Perché? Perché butti il tuo tempo in un'ammasso di nulla, di cose da rottamare... Sai quegli oggetti che lasci lì da una parte perché "non si sa mai" che poi li aggiusti? Ecco.. A volte ci sono esperienze che equivalgono al tempo che viene dedicato a certi oggetti: restano lì, spesso su un tavolo ad impolverarsi o nel mobiletto in cucina, e te ne dimentichi piano piano fino a quando... Sfinito dal "non averli aggiustati" li sostituisci con qualcosa di "pulito", fantastico, meraviglioso, incredibile.
Ci sono esperienze che sono proprio tali e quali a quello che avviene con questi oggetti e se sei sei quella "cosa", intatta ma non abbastanza luccicante, non vale la pena di "provare ad esserla"... Cioè di vivere quella vita lì.
Ma chi te lo fa fare? Ogni millimetro della pelle di un essere umano non merita tanta disattenzione e chi non ti sa dare attenzione è perché fondamentalmente non ha nulla in più da darti.
A certi sprechi, però, non c'è mai fine... Cazzo, sgridami un po' e dimmi che sono una scema solo perché penso a queste situazioni e ci scrivo ancora a riguardo quando dovrei essere sbronza dopo un vodka lemon e una birra media. Si vede che stavolta hanno avuto l'effetto contrario.. Quello della lucidità estrema: quando arrivi a casa e sai quello che devi fare. Io lo so cosa dovevo fare... Ricordarmi di te, lo faccio sempre... Però ogni tanto inciderlo mi fa capire come sto cambiando io e come tu potresti "svegliarmi" a schiaffi ... :)
Ma non ti preoccupare, per stavolta.. Mi sono svegliata.. Non appena in tempo ma quasi dai.
E forse adesso è anche meglio se torno a letto.
Ti penso piccola.
"E così alla fine tutti tornano perché riemerge la nostalgia dell’inizio. Tornano quando non ce n’è più bisogno, quando il sole di mezzogiorno ha ormai asciugato l’acqua sulla sabbia del mare, al tramonto. Quando il vento, anziché bussare lieve, spacca i vetri, la notte. Quando è inesorabilmente tardi. Un attimo dopo che ci si è abituati all’assenza, come la luce accesa alle sette del mattino, la felicità che va a giocare d’azzardo e perde tutto per strada. Le persone dovresti amarle quando il loro cuore ne ha il desiderio, e non quando conviene. E se proprio non ce la fai, se non puoi ricambiare questo desiderio, se non le puoi amare, devi lasciarle in pace. Se non si è stati in grado di restare al momento giusto non si deve inventare un momento giusto per tornare. Non si scippano sorrisi in ritardo. Le curve dei sorrisi fanno girare la testa all’amore, quelle dell’arcobaleno incantano l’anima della pioggia fermandola, ma ciò che di prezioso è ignorato si dilegua alla svelta. In un’altra vita ti dissi che a volte il vero coraggio è quello di restare e non quello di andare. Oggi ti dico che c’è sempre un motivo valido per andare, come per restare. E’ la parte che prevale che fa la differenza. Quando te ne vai, però, anche se non lo sai, senza sprecare inutili parole, fai una promessa silenziosa. La promessa che siccome hai scelto di andartene non tornerai."
Massimo Bisotti, Il quadro mai dipinto.
Stasera va così. Sono passati un anno e sette mesi e provo a scriverti un pensiero che sta dentro di me, nella famosa "settima stanza" del mio cuore. Perché pubblicamente?... Perché la gente si preoccupa troppo di ciò che prova. Non esprime. Non parla. Non scrive.. La gente si ammala. Si ammala di tragitti pianificati che percorre senza sosta fingendo di andare ad intuito, ad "istinto"... Quando invece la sostanza è tutta un'altra cosa. L'istinto, quello vero, sta dove non si fa in tempo a mettere d'accordo cuore e cervello, dove minimizzare o massimizzare non ha alcun senso e tutto nasce per impeto, impatto...
Tu lo sai bene. Perché tu eri tutt'altro che "programmata" ad agire in certi modi. Tu sei sempre andata ad intuito e devo dire che, se ci penso adesso... Ok, avrai avuto le tue difficoltà... ma alla fine hai sempre ottenuto il meglio.
Perché il meglio è quello che ognuno deve pretendere e tu non te lo sei mai lasciata sfuggire, nemmeno a 18, 19 e vent'anni quando le cose che accadono sembrano irrilevanti ad occhi adulti e tremendamente giganti a ragazzini di 6 anni.
Ma l'età non conta, è un numero.
Sai, dicono e ho sempre detto anche io che non bisogna mai pentirsi delle cose fatte in passato... O meglio... Tutto ciò che succede fa crescere, fortifica; ma ti dico anche che alcune cose succedono e non servono proprio a un cazzo.Perché? Perché butti il tuo tempo in un'ammasso di nulla, di cose da rottamare... Sai quegli oggetti che lasci lì da una parte perché "non si sa mai" che poi li aggiusti? Ecco.. A volte ci sono esperienze che equivalgono al tempo che viene dedicato a certi oggetti: restano lì, spesso su un tavolo ad impolverarsi o nel mobiletto in cucina, e te ne dimentichi piano piano fino a quando... Sfinito dal "non averli aggiustati" li sostituisci con qualcosa di "pulito", fantastico, meraviglioso, incredibile.
Ci sono esperienze che sono proprio tali e quali a quello che avviene con questi oggetti e se sei sei quella "cosa", intatta ma non abbastanza luccicante, non vale la pena di "provare ad esserla"... Cioè di vivere quella vita lì.
Ma chi te lo fa fare? Ogni millimetro della pelle di un essere umano non merita tanta disattenzione e chi non ti sa dare attenzione è perché fondamentalmente non ha nulla in più da darti.
A certi sprechi, però, non c'è mai fine... Cazzo, sgridami un po' e dimmi che sono una scema solo perché penso a queste situazioni e ci scrivo ancora a riguardo quando dovrei essere sbronza dopo un vodka lemon e una birra media. Si vede che stavolta hanno avuto l'effetto contrario.. Quello della lucidità estrema: quando arrivi a casa e sai quello che devi fare. Io lo so cosa dovevo fare... Ricordarmi di te, lo faccio sempre... Però ogni tanto inciderlo mi fa capire come sto cambiando io e come tu potresti "svegliarmi" a schiaffi ... :)
Ma non ti preoccupare, per stavolta.. Mi sono svegliata.. Non appena in tempo ma quasi dai.
E forse adesso è anche meglio se torno a letto.
Ti penso piccola.
"E così alla fine tutti tornano perché riemerge la nostalgia dell’inizio. Tornano quando non ce n’è più bisogno, quando il sole di mezzogiorno ha ormai asciugato l’acqua sulla sabbia del mare, al tramonto. Quando il vento, anziché bussare lieve, spacca i vetri, la notte. Quando è inesorabilmente tardi. Un attimo dopo che ci si è abituati all’assenza, come la luce accesa alle sette del mattino, la felicità che va a giocare d’azzardo e perde tutto per strada. Le persone dovresti amarle quando il loro cuore ne ha il desiderio, e non quando conviene. E se proprio non ce la fai, se non puoi ricambiare questo desiderio, se non le puoi amare, devi lasciarle in pace. Se non si è stati in grado di restare al momento giusto non si deve inventare un momento giusto per tornare. Non si scippano sorrisi in ritardo. Le curve dei sorrisi fanno girare la testa all’amore, quelle dell’arcobaleno incantano l’anima della pioggia fermandola, ma ciò che di prezioso è ignorato si dilegua alla svelta. In un’altra vita ti dissi che a volte il vero coraggio è quello di restare e non quello di andare. Oggi ti dico che c’è sempre un motivo valido per andare, come per restare. E’ la parte che prevale che fa la differenza. Quando te ne vai, però, anche se non lo sai, senza sprecare inutili parole, fai una promessa silenziosa. La promessa che siccome hai scelto di andartene non tornerai."
Massimo Bisotti, Il quadro mai dipinto.
domenica 1 luglio 2012
Uno spettacolo poco spettacolare
Ci sono giorni, e soprattutto domeniche, nei quali e nelle quali fingere mi viene quasi spontaneo. Naturale. Anzi... Quasi quasi mi diverto.
Credo che... Le mie abilità d'attrice potrebbero essere molto superiori se m'impegnassi al massimo ma ahimè arriva poi quel giorno storto, quella domenica più calda delle altre, durante la quale già la testa ti scoppia e vedi tutto appannato... E di conversare non ne hai voglia.
Sono quei giorni in cui recitare abilmente all'interno del teatrino risulta molto più difficile e quando te ne accorgi preferisci stare zitto e rispondere alle domande che ti vengono fatte con un "boh, non lo so", mentre sai benissimo di sapere..
Conosco una grande famiglia che di teatro se ne intende da generazioni. Penso che non lo facciano nemmeno apposta in realtà. E' un "dono" che hanno proprio innato.
Il processo è così spontaneo e naturale che sembra quasi dar vita ad una "realtà" finta alla quale però, alla fine, cedi e inizi a credere.
Si più o meno penso che vada così.
Solo che... Per chi ne fa parte solo ogni tanto è difficile tenere il passo. Entrare nel mood... In fondo, tutti lo sanno che per diventare bravi commedianti c'è bisogno d'allenamento e io non sono costante.
Arrivi ad un punto, però, in cui l'adattarsi diventa un meccanismo spontaneo.
Però non oggi.
Oggi no.
E' assurdo: una bambina di 6 anni che chiama "papà" e "mamma" persone che la conoscono solamente da un anno e lei sa che la sua vera madre esiste, così come esiste il suo vero padre.
E' assurdo: un uomo che ti dice "Lo sai che andiamo in Sardegna in vacanza" quando tu stai cercando di arrangiarti facendo il fai sentire quasi stupida per l'aver "rischiato" di andare a vivere a 2 ore e mezza da qui.
E' assurdo: pensare che una bottiglia di buon vino e un pasto perfetto coprano evidenze e sostituiscano persone.
E' assurdo: conversare e rispondere a persone che ti richiederanno sempre le stesse cose perché si dimenticano persino della tua esistenza.
E' assurdo: dover dare spiegazioni a certe persone.
E' assurdo: dover sopportare una bambina di 6 anni che, ovviamente non ha nessuna colpa, ma rimane comunque insopportabile.
E' assurdo: sentire il bisogno di scappare da un tavolo inventandoti che stai male e non ne puoi più.
Non amo il teatro. Questo è tutto. Forse non sarei nemmeno quella grande attrice che ho scritto all'inizio di poter essere. Ho voglia di verità reale. Situazioni poco stereotipate e meno cazzate da Mulino Bianco.
Credo che... Le mie abilità d'attrice potrebbero essere molto superiori se m'impegnassi al massimo ma ahimè arriva poi quel giorno storto, quella domenica più calda delle altre, durante la quale già la testa ti scoppia e vedi tutto appannato... E di conversare non ne hai voglia.
Sono quei giorni in cui recitare abilmente all'interno del teatrino risulta molto più difficile e quando te ne accorgi preferisci stare zitto e rispondere alle domande che ti vengono fatte con un "boh, non lo so", mentre sai benissimo di sapere..
Conosco una grande famiglia che di teatro se ne intende da generazioni. Penso che non lo facciano nemmeno apposta in realtà. E' un "dono" che hanno proprio innato.
Il processo è così spontaneo e naturale che sembra quasi dar vita ad una "realtà" finta alla quale però, alla fine, cedi e inizi a credere.
Si più o meno penso che vada così.
Solo che... Per chi ne fa parte solo ogni tanto è difficile tenere il passo. Entrare nel mood... In fondo, tutti lo sanno che per diventare bravi commedianti c'è bisogno d'allenamento e io non sono costante.
Arrivi ad un punto, però, in cui l'adattarsi diventa un meccanismo spontaneo.
Però non oggi.
Oggi no.
E' assurdo: una bambina di 6 anni che chiama "papà" e "mamma" persone che la conoscono solamente da un anno e lei sa che la sua vera madre esiste, così come esiste il suo vero padre.
E' assurdo: un uomo che ti dice "Lo sai che andiamo in Sardegna in vacanza" quando tu stai cercando di arrangiarti facendo il fai sentire quasi stupida per l'aver "rischiato" di andare a vivere a 2 ore e mezza da qui.
E' assurdo: pensare che una bottiglia di buon vino e un pasto perfetto coprano evidenze e sostituiscano persone.
E' assurdo: conversare e rispondere a persone che ti richiederanno sempre le stesse cose perché si dimenticano persino della tua esistenza.
E' assurdo: dover dare spiegazioni a certe persone.
E' assurdo: dover sopportare una bambina di 6 anni che, ovviamente non ha nessuna colpa, ma rimane comunque insopportabile.
E' assurdo: sentire il bisogno di scappare da un tavolo inventandoti che stai male e non ne puoi più.
Non amo il teatro. Questo è tutto. Forse non sarei nemmeno quella grande attrice che ho scritto all'inizio di poter essere. Ho voglia di verità reale. Situazioni poco stereotipate e meno cazzate da Mulino Bianco.
martedì 12 giugno 2012
In un'ottica per niente SEO
Le strade che non hai mai percorso, il sapore che non hai mai provato, la domanda che non hai mai fatto.
Le differenze nelle quali mai ti sei imbattuto.
Percorri, assaggia, chiedi e ogni tanto "buttati" in quelli che sono giorni e momenti "diversi".
Si può scegliere di essere qualcosa o qualcuno fra tante cose ma c'è chi, anche, non vuole essere niente se per niente s'intende un modo di essere.
Il bello dello stare nel "tutto" è che oggi mi può andar bene respirare in mezzo al verde; domani.. forse... Ho voglia di salire su una metropolitana soffocante.
La vita è un po' come il vino: ce ne sono tanti tipi... fruttati, più o meno decisi, più o meno morbidi, bianchi o rossi, frizzanti o fermi. C'è chi li può apprezzare tutti in condizioni diverse senza "sputarne" nemmeno un goccio.
..E, in natura... La "storia" del vino è la stessa. Basta prendere spunto dalle sue forme per capire che, in fondo, questa terra è adatta a tutti quelli che si adattano nel viverla.
domenica 27 maggio 2012
Stati emotivi da diagnosticare
Okay tutte le donne passano periodi di emotività stellare durante i quali la scena di un film rivisto 30 volte le farà sempre piangere... E' che ultimamente queste situazioni non mi lasciano proprio in pace.
Prima tornando a casa (dopo un weekend passato a vedere torte, mamme, assatanate e ninfomani in cerca di marito) in metropolitana c'era una coppia sulla cinquantina.
Lei era seduta, lui in piedi.. Ad un certo punto l'uomo le ha preso le ha carezzato le mani, lei timidissima l'ha guardato e ha stretto un po' il palmo ma pianissimo.
Un cenno, un gesto che mi ha quasi commosso... Mi capita poco, forse troppo poco, di vedere queste scene... Di una semplicità assurda, non sceneggiate in pubblico e baci forzati davanti ad un treno che sta per partire..
E' stata un'azione così spontanea quanto immensamente bella.
Nei suoi occhi si capiva che lui non vedeva che lei.
Okay questa palla di discorso per spiegare che è assurdo commuoversi per una cosa del genere. E' che la realtà la si capisce da tutto quello che non è mai osato o sfacciato... Ma questo non lo si decide da soli lo s'intuisce negli occhi di chi lo sta compiendo quel gesto "reale".
E, come se non bastasse.. Vedo foto di vecchi amici, matrimoni, persone che non ho mai apprezzato particolarmente ma che, in qualche modo, attraverso qualcosa del loro vissuto attuale, mi fanno sorridere e mi fanno pensare "Come sono le loro vite adesso?"... Lo so. E' banale. E' scontato. Chiunque fa questi pensieri.
La gente resta o se ne va. Si crea vite fatte su misura. Vorrei non staccarmi mai da nessuno. Avere una specie di corda che mi unisce con tutti... Eppure succede sempre di dover tagliare per lasciare andare le persone...O forse sono loro che non riescono a comprenderti per come sei tu... Perché magari vorrebbero altro da te.. E allora non sei più tu a scegliere ma ti fai trasportare dagli eventi.
La coppia che c'era in metro oggi ha capito di dover vivere quel legame senza pensare al prima e al dopo. Hanno capito che le eventualità vanno accantonate con la coscienza di potersele sempre ritrovare sott'occhio.
(E' domenica sera, sono stanca...).
Prima tornando a casa (dopo un weekend passato a vedere torte, mamme, assatanate e ninfomani in cerca di marito) in metropolitana c'era una coppia sulla cinquantina.
Lei era seduta, lui in piedi.. Ad un certo punto l'uomo le ha preso le ha carezzato le mani, lei timidissima l'ha guardato e ha stretto un po' il palmo ma pianissimo.
Un cenno, un gesto che mi ha quasi commosso... Mi capita poco, forse troppo poco, di vedere queste scene... Di una semplicità assurda, non sceneggiate in pubblico e baci forzati davanti ad un treno che sta per partire..
E' stata un'azione così spontanea quanto immensamente bella.
Nei suoi occhi si capiva che lui non vedeva che lei.
Okay questa palla di discorso per spiegare che è assurdo commuoversi per una cosa del genere. E' che la realtà la si capisce da tutto quello che non è mai osato o sfacciato... Ma questo non lo si decide da soli lo s'intuisce negli occhi di chi lo sta compiendo quel gesto "reale".
E, come se non bastasse.. Vedo foto di vecchi amici, matrimoni, persone che non ho mai apprezzato particolarmente ma che, in qualche modo, attraverso qualcosa del loro vissuto attuale, mi fanno sorridere e mi fanno pensare "Come sono le loro vite adesso?"... Lo so. E' banale. E' scontato. Chiunque fa questi pensieri.
La gente resta o se ne va. Si crea vite fatte su misura. Vorrei non staccarmi mai da nessuno. Avere una specie di corda che mi unisce con tutti... Eppure succede sempre di dover tagliare per lasciare andare le persone...O forse sono loro che non riescono a comprenderti per come sei tu... Perché magari vorrebbero altro da te.. E allora non sei più tu a scegliere ma ti fai trasportare dagli eventi.
La coppia che c'era in metro oggi ha capito di dover vivere quel legame senza pensare al prima e al dopo. Hanno capito che le eventualità vanno accantonate con la coscienza di potersele sempre ritrovare sott'occhio.
(E' domenica sera, sono stanca...).
mercoledì 9 maggio 2012
Se dovesse accadere
Sfatiamo il mito che tutto succede agli altri.
Se un giorno dovessi morire non portatemi in una chiesa. Io, per quel poco che ne so, sono atea: non credo in dio e in nulla di niente. Credo in me, in voi e nella natura anche se non la rispetto al massimo e magari non rispetto al massimo neanche voi.
Se un giorno dovessi morire non lasciate che la gente proponga protagonisti come dio e altre divinità a me sconosciute: cantate una canzone che mi piace molto; cantate anche la vostra canzone preferita. Parlate di quello che abbiamo fatto insieme... Ma non lasciate assolutamente che qualcuno scriva il "copione" di un altro film, un'altra vita, quando invece si tratta di un giorno che dev'essere dedicato al mio ricordo.
Se un giorno dovessi morire non lasciatemi marcire in qualcosa. Date a chi ha bisogno i miei "pezzi buoni" e poi bruciatemi.
Scrivo queste cose solo perché sono arrabbiata. Sono arrabbiata un po' col destino e un po' con il succedersi degli eventi. Sono arrabbiata con il dolore e con i rituali che lo scatenano anche quando, in realtà, ce n'è bisogno.
C'è bisogno del dolore per radunare persone che si ignorano da anni? Si.. Purtroppo si.. E, a volte, questo dolore non le fa tornare nemmeno tutte.
E' incredibile. Assurdo.
Se un giorno dovessi morire non portatemi in una chiesa. Io, per quel poco che ne so, sono atea: non credo in dio e in nulla di niente. Credo in me, in voi e nella natura anche se non la rispetto al massimo e magari non rispetto al massimo neanche voi.
Se un giorno dovessi morire non lasciate che la gente proponga protagonisti come dio e altre divinità a me sconosciute: cantate una canzone che mi piace molto; cantate anche la vostra canzone preferita. Parlate di quello che abbiamo fatto insieme... Ma non lasciate assolutamente che qualcuno scriva il "copione" di un altro film, un'altra vita, quando invece si tratta di un giorno che dev'essere dedicato al mio ricordo.
Se un giorno dovessi morire non lasciatemi marcire in qualcosa. Date a chi ha bisogno i miei "pezzi buoni" e poi bruciatemi.
Scrivo queste cose solo perché sono arrabbiata. Sono arrabbiata un po' col destino e un po' con il succedersi degli eventi. Sono arrabbiata con il dolore e con i rituali che lo scatenano anche quando, in realtà, ce n'è bisogno.
C'è bisogno del dolore per radunare persone che si ignorano da anni? Si.. Purtroppo si.. E, a volte, questo dolore non le fa tornare nemmeno tutte.
E' incredibile. Assurdo.
sabato 5 maggio 2012
Grandine
A Milano, dal secondo piano di un palazzo un po' vecchio e squallido la grandine sembra riempire tutto: cade in pezzi piuttosto grossi su qualunque cosa: cuore, stomaco e testa.
Colpa delle finestre.. Sottili come foglie, che non riescono a isolare da nessun rumore; fragili come carta velina di cui non ci si può sbarazzare... Finestre che la mente non riesce mai a chiudere completamente.
Ogni tanto essere in questa stanza è come stare in mezzo alla strada ma con un tetto sopra la testa. E' un po' come cercare di pensare a qualunque cosa piuttosto che ad una precisa e continuare a sentire la pioggia in testa, sulle mani e sulle braccia che t'impedisce di ignorarla.
Fastidiosa. Presuntuosa come un pensiero che vorresti mollare e lasciar rotolare via dietro di te.
Sono stanca di doverle dare ascolto. Vorrei buttarla via. Asciugarmi e camminare a testa alta senza sentirla sul viso.
Colpa delle finestre.. Sottili come foglie, che non riescono a isolare da nessun rumore; fragili come carta velina di cui non ci si può sbarazzare... Finestre che la mente non riesce mai a chiudere completamente.
Ogni tanto essere in questa stanza è come stare in mezzo alla strada ma con un tetto sopra la testa. E' un po' come cercare di pensare a qualunque cosa piuttosto che ad una precisa e continuare a sentire la pioggia in testa, sulle mani e sulle braccia che t'impedisce di ignorarla.
Fastidiosa. Presuntuosa come un pensiero che vorresti mollare e lasciar rotolare via dietro di te.
Sono stanca di doverle dare ascolto. Vorrei buttarla via. Asciugarmi e camminare a testa alta senza sentirla sul viso.
martedì 10 aprile 2012
Accorgersi di occhi sempre esistiti
Mia cugina dice che le molecole non reagiscono tutte fra loro, ma solo alcune in maniera perfetta.
Questo è tutto quello che posso capire della chimica e di quello che accomuna la chimica all'attrazione.
Non so di più; in passato non ho mai dato importanza a quell'esplosione tra atomi che dovrebbe avvenire facendoti tremare le gambe e scintillare gli occhi.
Forse è proprio quella sensazione che si prova guardando il mare per quanto mi riguarda.
C'è chi la prova contemplando il paesaggio da una montagna o chi non riesce a farne a meno e la ricerca in uno sguardo.
Ci sono persone che ci passano accanto di tanto in tanto e ci sono luoghi che abbiamo visto solo con la nostra mente e ci hanno fatto provare le medesime emozioni, se di emozioni si tratta.
Io, ora, preferisco chiamarle esplosioni: non so ancora bene di cosa, dovrei decifrare nella mia testa di cosa si tratta realmente ma credo che sia un po' "colpa" di quella forza che non si riesce a tenere sotto controllo e ci fa andare giù di testa se così si può dire.
Ci sono esseri umani predisposti a questi tipo di sguardi, quelli in cui gli occhi esprimono solo gioia e zero rancore. Sono occhi di cui è impossibile non innamorarsi. Sono gli occhi di chi sa bene che quell'energia, quell'incandescente "lotta di atomi" la puoi vivere ogni giorno scoprendoti pian piano.
E' necessario togliersi la corazza, diventare prede...
Bisogna lasciarsi andare ed essere curiosi.
Ed è assolutamente inevitabile essere trasportati dal vento e dalle onde, dalle note e dai rumori, dai profumi e dai sapori.
Questi, credo, siano i pochi ingredienti giusti per imparare ad amare.. Anche se IMPARARE è la parola più sbagliata: sarebbe sciocco imparare una cosa a cui l'essere umano è NATURALMENTE predisposto.
Bisogna cogliere gli attimi, riempirsi gli occhi di quelli altrui e sentire le gambe tremare. Sono i sintomi di un tipo d'amore che sa di libertà e allo stesso tempo di sicurezza. E' immutabile e non cambia mai. E' un legame chimico incandescente anche se non viene corrisposto. Perché spesso i nostri occhi vedono "scorci" e persone, il cuore ne riesce a sentire i pensieri e i battiti, ma a a volte: c'è chi passa e non se ne accorge.
Se osservassimo di più con la mente e con l'anima e lasciassimo da parte quello che non dovrebbe essere protagonista FISSO della nostra vita ci accorgeremmo del frastuono che fa un cuore in un petto.
Non si può passare l'intera vita con la paura d'amare.
Questo è tutto quello che posso capire della chimica e di quello che accomuna la chimica all'attrazione.
Non so di più; in passato non ho mai dato importanza a quell'esplosione tra atomi che dovrebbe avvenire facendoti tremare le gambe e scintillare gli occhi.
Forse è proprio quella sensazione che si prova guardando il mare per quanto mi riguarda.
C'è chi la prova contemplando il paesaggio da una montagna o chi non riesce a farne a meno e la ricerca in uno sguardo.
Ci sono persone che ci passano accanto di tanto in tanto e ci sono luoghi che abbiamo visto solo con la nostra mente e ci hanno fatto provare le medesime emozioni, se di emozioni si tratta.
Io, ora, preferisco chiamarle esplosioni: non so ancora bene di cosa, dovrei decifrare nella mia testa di cosa si tratta realmente ma credo che sia un po' "colpa" di quella forza che non si riesce a tenere sotto controllo e ci fa andare giù di testa se così si può dire.
Ci sono esseri umani predisposti a questi tipo di sguardi, quelli in cui gli occhi esprimono solo gioia e zero rancore. Sono occhi di cui è impossibile non innamorarsi. Sono gli occhi di chi sa bene che quell'energia, quell'incandescente "lotta di atomi" la puoi vivere ogni giorno scoprendoti pian piano.
E' necessario togliersi la corazza, diventare prede...
Bisogna lasciarsi andare ed essere curiosi.
Ed è assolutamente inevitabile essere trasportati dal vento e dalle onde, dalle note e dai rumori, dai profumi e dai sapori.
Questi, credo, siano i pochi ingredienti giusti per imparare ad amare.. Anche se IMPARARE è la parola più sbagliata: sarebbe sciocco imparare una cosa a cui l'essere umano è NATURALMENTE predisposto.
Bisogna cogliere gli attimi, riempirsi gli occhi di quelli altrui e sentire le gambe tremare. Sono i sintomi di un tipo d'amore che sa di libertà e allo stesso tempo di sicurezza. E' immutabile e non cambia mai. E' un legame chimico incandescente anche se non viene corrisposto. Perché spesso i nostri occhi vedono "scorci" e persone, il cuore ne riesce a sentire i pensieri e i battiti, ma a a volte: c'è chi passa e non se ne accorge.
Se osservassimo di più con la mente e con l'anima e lasciassimo da parte quello che non dovrebbe essere protagonista FISSO della nostra vita ci accorgeremmo del frastuono che fa un cuore in un petto.
Non si può passare l'intera vita con la paura d'amare.
martedì 3 aprile 2012
Non lasciare mai che la paura decida il tuo destino
Questa è la mia frase di oggi, questa è la frase che vorrei facesse parte della mia vita tutti i giorni: Never let your fear decide your fate.
Ma non è così semplice.
A volte la "paura di non" è caratterizzata per essere una parte esageratamente alta rispetto a quella che, invece, rappresenta la "voglia di". Per fortuna, spesso il desiderio è troppo forte per non tentare.
Leggevo delle frasi oggi, pensieri di chi ha fatto quello che davvero voleva fare ed è andato dove davvero voleva andare. Persone che hanno rischiato e accantonato quella che poteva essere una carriera, una prospettiva "solida" futura.
Io non voglio dire, ora, che chi ha paura non fa quello che davvero vorrebbe fare, ma ci sono casi in cui quel voler tentare e non provare fa da muro invalicabile.
Tutti sanno benissimo che "Chi si accontenta gode", ma quando mai quello che si è accontentato ha "goduto"? Io non lo conosco...
Vorrei vedere l'oceano al tramonto, una città movimentata la mattina presto, passare un gelido pomeriggio in un caffè nascosto in una strada desolata.
Vorrei sorridere alle persone incrociandole con lo sguardo e vorrei qualcuno in cerca d'aiuto di cui non capisco una parola di quello che dice.
Vorrei sapere "cosa ne pensa la gente" e ascoltare le confessioni di chi mi conosce da un'ora. Vorrei vedere città, mari e paesaggi; conoscere persone così diverse fra loro da non poterle nemmeno mettere insieme in un "collage".
Queste cose, però, sembrano succedere solo nei film... O capitano, a chi... Ha avuto davvero il coraggio di andare.
Cosa ci vuole per rischiare? I soldi o la volontà?
Ma non è così semplice.
A volte la "paura di non" è caratterizzata per essere una parte esageratamente alta rispetto a quella che, invece, rappresenta la "voglia di". Per fortuna, spesso il desiderio è troppo forte per non tentare.
Leggevo delle frasi oggi, pensieri di chi ha fatto quello che davvero voleva fare ed è andato dove davvero voleva andare. Persone che hanno rischiato e accantonato quella che poteva essere una carriera, una prospettiva "solida" futura.
Io non voglio dire, ora, che chi ha paura non fa quello che davvero vorrebbe fare, ma ci sono casi in cui quel voler tentare e non provare fa da muro invalicabile.
Tutti sanno benissimo che "Chi si accontenta gode", ma quando mai quello che si è accontentato ha "goduto"? Io non lo conosco...
Vorrei vedere l'oceano al tramonto, una città movimentata la mattina presto, passare un gelido pomeriggio in un caffè nascosto in una strada desolata.
Vorrei sorridere alle persone incrociandole con lo sguardo e vorrei qualcuno in cerca d'aiuto di cui non capisco una parola di quello che dice.
Vorrei sapere "cosa ne pensa la gente" e ascoltare le confessioni di chi mi conosce da un'ora. Vorrei vedere città, mari e paesaggi; conoscere persone così diverse fra loro da non poterle nemmeno mettere insieme in un "collage".
Queste cose, però, sembrano succedere solo nei film... O capitano, a chi... Ha avuto davvero il coraggio di andare.
Cosa ci vuole per rischiare? I soldi o la volontà?
venerdì 23 marzo 2012
...Try to have fun in the meantime
"Feet don’t fail me now
Take me to the finish line
All my heart, it breaks every step that I take
But I’m hoping that the gates,
They’ll tell me that you’re mine
Walking through the city streets
Is it by mistake or design?
I feel so alone on a friday night
Can you make it feel like home, if I tell you you’re mine
It’s like I told you honey
Take me to the finish line
All my heart, it breaks every step that I take
But I’m hoping that the gates,
They’ll tell me that you’re mine
Walking through the city streets
Is it by mistake or design?
I feel so alone on a friday night
Can you make it feel like home, if I tell you you’re mine
It’s like I told you honey
Don’t make me sad, don’t make me cry
Sometimes love’s not enough when the road gets tough
I don’t know why
Keep making me laugh,
Let’s go get high
Road’s long, we carry on
Try to have fun in the meantime
Sometimes love’s not enough when the road gets tough
I don’t know why
Keep making me laugh,
Let’s go get high
Road’s long, we carry on
Try to have fun in the meantime
Come and take a walk on the wild side
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane
Choose your last words
This is the last time
Cause you and I, we were born to die
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane
Choose your last words
This is the last time
Cause you and I, we were born to die
Lost but now I am found
I can see but once I was blind
I was so confused as a little child
Tried to take what I could get
Scared that I couldn’t find
All the answers, honey
I can see but once I was blind
I was so confused as a little child
Tried to take what I could get
Scared that I couldn’t find
All the answers, honey
Don’t make me sad, don’t make me cry
Sometimes love’s not enough when the road gets tough
I don’t know why
Keep making me laugh,
Let’s go get high
Road’s long, we carry on
Try to have fun in the meantime
Sometimes love’s not enough when the road gets tough
I don’t know why
Keep making me laugh,
Let’s go get high
Road’s long, we carry on
Try to have fun in the meantime
Come and take a walk on the wild side
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane
Choose your last words,
This is the last time
Cause you and I
We were born to die
We were born to die
We were born to die
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane
Choose your last words,
This is the last time
Cause you and I
We were born to die
We were born to die
We were born to die
Come and take a walk on the wild side
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane
Don’t make me sad, don’t make me cry
Sometimes love’s not enough when the road gets tough
I don’t know why
Keep making me laugh,
Let’s go get high
Road’s long, we carry on
Try to have fun in the meantime
Sometimes love’s not enough when the road gets tough
I don’t know why
Keep making me laugh,
Let’s go get high
Road’s long, we carry on
Try to have fun in the meantime
Come and take a walk on the wild side
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane
Choose your last words
This is the last time
Cause You and I
We were born to die"
Lana Del Rey, Born To Die (l'unica canzone che ascolto ininterrottamente da lunedì)
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane
Choose your last words
This is the last time
Cause You and I
We were born to die"
Lana Del Rey, Born To Die (l'unica canzone che ascolto ininterrottamente da lunedì)
sabato 17 marzo 2012
La lista della vergogna
Scrivo cose quando in realtà non so davvero scriverle.
Disegno solo quello che mi fa stare bene.
Ascolto canzoni che tra di loro si ammazzerebbero.
Amo persone che non ci azzeccano l'una con l'altra.
Voglio tornare a casa anche se poi vorrò stare da sola dopo mezz'ora.
Dispenso consigli che spesso non seguo.
Bevo vino bianco come se fossi l'unica ad apprezzarlo quando alla fine non me ne intendo nemmeno.
Acconsento gentilmente, e mentalmente ti mando a quel paese.
Riparo emozioni, non cose.
Adoro il mare e la mia pelle odia il sole.
Indosso scarpe col tacco anche quando non ci cammino bene.
Esco di casa struccata e poi mi lamento del mio aspetto.
Gestisco i tempi ma non i soldi.
Invito amici a cena senza pensare al numero di sedie disponibili.
Dico che sono testarda e non faccio nulla per rimediare.
Queste sono solo alcune cose da NON ricomprare la prossima volta dato che la dispensa-testa è piena.
Disegno solo quello che mi fa stare bene.
Ascolto canzoni che tra di loro si ammazzerebbero.
Amo persone che non ci azzeccano l'una con l'altra.
Voglio tornare a casa anche se poi vorrò stare da sola dopo mezz'ora.
Dispenso consigli che spesso non seguo.
Bevo vino bianco come se fossi l'unica ad apprezzarlo quando alla fine non me ne intendo nemmeno.
Acconsento gentilmente, e mentalmente ti mando a quel paese.
Riparo emozioni, non cose.
Adoro il mare e la mia pelle odia il sole.
Indosso scarpe col tacco anche quando non ci cammino bene.
Esco di casa struccata e poi mi lamento del mio aspetto.
Gestisco i tempi ma non i soldi.
Invito amici a cena senza pensare al numero di sedie disponibili.
Dico che sono testarda e non faccio nulla per rimediare.
Queste sono solo alcune cose da NON ricomprare la prossima volta dato che la dispensa-testa è piena.
mercoledì 14 marzo 2012
Ho bisogno di giallo nella mia vita
"In Oriente è il colore del sole, della fertilità, della regalità.
Nell'antica Grecia era il colore dei pazzi che si dovevano vestire di giallo per essere riconosciuti.
In Giappone poteva indossarlo solo chi apparteneva alla famiglia reale.
Chi preferisce il giallo tende al cambiamento e alla ricerca del nuovo.
Secondo i cromoterapeuti, essendo il colore del sole, dà energia, forza, vitalità, perché le sue vibrazioni sono simili a quelle dei raggi solari.
E' per luogo comune il colore della gelosia.
E' il terzo colore dopo il rosso e l'arancione, insieme al verde è più facilmente percepito dall'occhio umano, che riesce a distinguere varie gradazioni di verde e di giallo: la natura ci offre tante gradazioni di verde e di giallo.
Chi indossa giallo si sente bene con se stesso; è infatti il colore associato al senso di identità, all'Io, all'estroversione. Denota sempre una forte personalità. Utilizzarlo stimola la razionalità e il cervello sinistro, migliora le funzion9i gastriche e tonifica il sistema linfatico. La scelta del giallo quindi è ricerca del nuovo, del cambiamento, della liberazione dagli schemi. Sinonimo di vivacità, estroversione, leggerezza, crescita e cambiamento. Stimola l'attenzione e l'apprendimento, acuisce la mente e la concentrazione.
Stimola la digestione (anoressia, inappetenza, flatulenza, emorroidi interne, eczema). Aiuta ad eliminare le tossine attraverso il fegato e l'intestino".
E' da qualche giorno che ho bisogno di questo colore. Guardo vestiti solo di questo colore e penso alle cose in questo colore. Non so, probabilmente sono solo pazza come nel resto dei miei "impulsi" infondati ma... Sono sicura che sotto questa "voglia di giallo" ci sia qualcosa.
O magari è solo il sole che immagino sul mare...
Con queste giornate mi è venuta voglia di vedere il mare.
Camminare 2 ore sulla spiaggia deserta e andarmene.
Voglio stare lì e pensare solo alla sabbia che odio tanto, ma in quel momento potrei adorare.
Voglio vedere i miei obiettivi all'orizzonte e percorrere tutto il lungomare senza fermarmi a raccogliere conchiglie che POTREBBERO ESSERE carine; voglio prendere solo quelle BELLE, che sento mie.
... E voglio il vento perché col vento si pensa più difficilmente ma anche più intensamente: il vento non ti permette di sorvolare, t'induce ad andare avanti con tutte le tue forze.
Voglio l'azzurro grigio del mare e il giallo del sole nella mia vita. Un giallo immobile e incandescente che si fa scuotere da una rumorosa e irrequieta distesa d'acqua.
Forse lì potrei anche trovare i miei obiettivi.
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